
“L’evoluzione normativa e operativa della previdenza privata obbligatoria e della previdenza complementare – afferma il Presidente di Assoprevidenza, Sergio Corbello - apre nuovi scenari per le politiche e le strategie di investimento di Casse professionali e Fondi Pensione, allargando il mercato potenziale per case di gestione e operatori professionali”. Il business previdenziale si intreccia in misura crescente con l’industria del risparmio gestito, mentre i prodotti pensionistici complementari – fondi pensione aperti e forme assicurative individuali – entrano sempre di più nella pianificazione finanziaria di individui e famiglie, e, quindi nella gamma di offerta di banche, reti di promozione finanziaria, agenzie di assicurazioni e broker. Il decreto ministeriale (D.M. 703/96) che stabilisce i limiti degli investimenti, l’istituto della banca depositaria, i divieti civilistici di concentrazione degli investimenti e la soggettività imposta ai fondi pensione si sono dimostrate misure vincenti per la sicurezza degli aderenti, considerato che in Italia il settore della previdenza ha attraversato l’interminabile crisi congiunturale senza i dissesti che si sono verificati in mercati maturi come gli Stati Uniti.
“Tuttavia – sottolinea Corbello - anche una buona regolamentazione invecchia e alla luce dell’evoluzione del comparto della previdenza e dei mercati in generale, appare oggi inadeguato. Di riforma del decreto ministeriale 703/96 si discute da almeno quattro anni, ma il provvedimento tarda ad arrivare”.
In attesa della riformulazione del decreto ministeriale destinato ai fondi complementari, ma con ogni probabilità in futuro esteso anche alle casse professionali, la Covip, attraverso la delibera del 16 marzo 2012, ha imposto alle forme previdenziali la stesura di un apposito documento sulle politiche di investimento che intendono adottare e l’istituzione della funzione finanza. “Due disposizioni aggiunge Corbello - che segnano sicuramente un punto di svolta per il settore e che si muovono nella direzione corretta, andando a imporre una crescita delle capacità di affrontare nuove e più sofisticate forme di investimento in linea con l’evoluzione dei mercati finanziari, con la piena consapevolezza della loro rischiosità. L’accresciuto tasso di professionalità del settore consentirà impieghi in quote di fondi di Private Equity e, con estrema trasparenza, in quote di Fondi comuni immobiliari. Vi sarà anche l’opportunità di valutare l’utilizzo di prodotti innovativi quali i fondi di debito e nuove realtà, a base immobiliare, legate alle energie rinnovabili, in grado di offrire grande stabilità e ritorni positivi ai portafogli delle forme previdenziali”. Il rilancio dell’intero settore della previdenza complementare non può prescindere da una rapida riforma del decreto che regola gli investimenti. Per le sue peculiarità e per il valore sociale che ricopre, l’investimento previdenziale richiede regole specifiche per mantenere il giusto rapporto tra la ricerca della redditività e un’attenta gestione del rischio. “E’ auspicabile – conclude Sergio Corbello - che il nuovo decreto ministeriale 703/96 consegni alle forme complementari maggiore libertà di manovra in materia di investimenti, secondo un modello trasparente, affidando loro un ruolo più attivo nel controllo dei rischi”.
Di questi argomenti si parlerà in maniera più dettagliata nel corso del convegno “Nuove tipologie di investimento per la previdenza” - all’interno della sezione previdenza che esordirà quest’anno all’IT Forum2013 - in programma per giovedì 23 maggio dalle h. 14.30 alle h. 16.00 presso il Palacongressi di Rimini, sala del Borgo.