Secondo l’indagine realizzata dall’Osservatorio Assidim Eurisko, nonostante la crisi economica e la disoccupazione crescente per gli italiani sono sempre la salute e la prevenzione i valori primari.
Prevenzione significa prima di tutto corretti stili di vita: evitare fumo e alcol, mangiare sano, fare un po’ di movimento; “buoni propositi” che spesso non si riescono a mettere in pratica. Considerata meno rilevante la medicina preventiva: esami e controlli sono ritenuti utili per la prevenzione solo per 1 italiano su 4.
Le donne rappresentano la “forza” trainante della cultura della salute e della prevenzione (per cultura, per storia, per ruolo sociale e familiare) anche se nuovi segmenti, tradizionalmente disattenti e passivi (gli anziani, gli uomini) stanno acquisendo maggiore cultura della salute e modelli di comportamento più proattivi.
La fruizione dei servizi privati, sia per la cura che per la prevenzione, riguarda oltre e la metà degli italiani. Grande l’attesa per un’assistenza sanitaria integrativa, che possa garantire tempi di assistenza adeguati, qualità delle cure e favorire una maggiore prevenzione.
Nonostante l’elevato tasso di disoccupazione, solo il 18% degli italiani considera la certezza del lavoro un interesse prioritario. Invece, al primo posto, con ben il 45%, il mantenimento della salute.
La ricerca sottolinea un’inversione di tendenza rispetto allo scorso anno: per il 21% degli italiani il tempo da dedicare ai familiari e l’educazione dei figli è più importante del benessere economico (9%) e del successo della professione (2%). Gli uomini però sono molto più attenti al tempo da dedicare alla famiglia rispetto al successo della professione, a differenza delle donne che prediligono la carriera.
Nella scala di priorità delle donne, il successo della professione è al quarto posto dopo la salute, il lavoro e l’educazione dei figli, mentre per gli uomini è all’ottavo posto. Il dato è invertito per il tempo da dedicare alla famiglia: per gli uomini è una priorità al terzo posto mentre per le donne è al quinto posto. La fotografia che emerge è di un vero e proprio ribaltamento culturale: le donne in carriera contro i nuovi “mammo”.
L’85% degli italiani over 30 ha fruito servizi/prestazioni sanitarie nell’ultimo anno. Si tratta perlopiù di esami del sangue/urine, visite specialistiche, visite/interventi ai denti, ma anche, in quasi la metà dei casi, di esami/diagnostica preventiva. Il Nord e i dipendenti delle grandi Aziende si caratterizzano per un più marcato orientamento alla prevenzione rispetto al Sud. Rispetto alla qualità dei servizi offerti dal SSN la soddisfazione è discreta, il maggior aspetto di insoddisfazione riguarda i tempi di attesa. Le donne, da sempre attente e sensibili alla prevenzione, si confermano come più esigenti, critiche e orientate alla qualità della cura.
Oltre la metà degli italiani ha fruito nell’ultimo anno di servizi sanitari privati, in circa la metà dei casi per uno specifico problema di salute, in circa la metà a fini preventivi (visite ed esami /check up di controllo). Sono maggiormente le donne che fanno prevenzione.
Ci si rivolge al privato per evitare lunghe liste d’attesa ma anche per rivolgersi ad uno specifico medico o ad un Centro specializzato e all’avanguardia.
Solo il 17% ha un’assistenza integrativa che copre le spese sanitarie, più alta la percentuale al Nord (31%), fra i dipendenti delle grandi Aziende (23%) e presso chi ha un livello di istruzione più elevato (23%).
Quasi tutti apprezzerebbero che la propria Azienda la offrisse come benefit aziendale. Nelle prefigurazioni circa la metà degli intervistati attribuisce all’assistenza integrativa un impatto positivo sulla percezione di sicurezza e benessere e sull’orientamento alla prevenzione.