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Divario digitale: 2,6 miliardi di persone ancora offline secondo ISPI-Deloitte

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Martedì, 25 Marzo, 2025 - 08:57
Autore: Gillespie

Nell’era dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie avanzate, il divario digitale continua a rappresentare una barriera per lo sviluppo globale. Secondo la pubblicazione di ISPI-Deloitte - che analizza i rischi della mancata connettività per la crescita, la competitività e la coesione sociale - 2,6 miliardi di persone, pari a un terzo della popolazione mondiale, non hanno accesso a Internet. 

Nei Paesi a basso reddito, solo il 27% delle persone è connesso, mentre il 90% delle ragazze tra i 15 e i 24 anni resta offline, evidenziando il forte impatto sulle giovani donne. La mancata connettività frena la crescita economica, rallenta l’adozione di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e accentua le disuguaglianze sociali ed economiche.

Il documento sottolinea che l’accesso a Internet è fondamentale per la crescita economica e l’attrazione di investimenti. La Banca Mondiale stima che un incremento del 10% della penetrazione della banda larga mobile possa stimolare una crescita del PIL pro capite dell’1,5-1,6%. Al contrario, la carenza di servizi digitali ostacola milioni di imprenditori e microimprese, escludendoli dal credito e rallentando il progresso economico. Nei Paesi in grado di sfruttare soluzioni digitali, l’afflusso di investimenti diretti esteri aumenta in media dell’8%, con effetti positivi su startup e imprenditorialità.

Il divario digitale influisce negativamente anche sull’adozione dell’IA. Il Fondo Monetario Internazionale evidenzia che le economie avanzate hanno il doppio del livello di preparazione rispetto ai Paesi a basso reddito, a causa della limitata disponibilità di infrastrutture digitali e formazione. Le giovani donne, che hanno un accesso inferiore rispetto ai loro coetanei maschi, sono sottorappresentate nel settore tecnologico e nei lavori legati all’intelligenza artificiale, aggravando le disparità di genere.

“L’economia digitale è l’economia del futuro, eppure 2,6 miliardi di persone sono ancora offline”, ha commentato Andrea Poggi, head of DCM public policy & stakeholder Relations Centre e DCM Innovation Leader. “Il divario digitale è uno dei principali ostacoli alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile. In un mondo in cui l’accesso digitale crea opportunità, un terzo della popolazione è escluso dall’istruzione, dal lavoro e dai servizi finanziari, aumentando le disuguaglianze e rallentando il progresso globale. Affrontare questa sfida non è solo un imperativo morale, ma anche una necessità per costruire un’economia globale più resiliente, innovativa ed equa”.

“Il costo dell’esclusione è superiore a quello dell’inclusione”, ha commentato Antonio Villafranca, ISPI vicepresident for Research. “Secondo la Banca Mondiale, l’esclusione digitale potrebbe costare ai Paesi a basso e medio reddito fino a 2.000 miliardi di dollari in termini di crescita economica perduta nel prossimo decennio. Investire oggi nell’accesso digitale significa prevenire disuguaglianze economiche più gravi domani. L’inclusione digitale non accade per caso, ma per scelta: una scelta che dobbiamo compiere per costruire un futuro di prosperità condivisa”.

Tag: 
Digital divide
Deloitte

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