
DUAL Italia ha dato il suo contributo al Dive In Festival organizzando l’evento “DIS…IN!”, che ha permesso di affrontare il tema dell’inclusione nel mondo del lavoro di persone con disabilità intellettive, sono state soprattutto altre.
A partire dall’esperienza di DUAL Italia nell’assunzione di due persone con la sindrome di Down, si è parlato di disabilità e neurodiversità, di pregiudizi e stereotipi, di come portare la cultura della diversità in azienda e della ricchezza che genera l’inclusione, dell’importanza di farsi aiutare da figure e associazioni specializzate in grado di orientare la fase di recruiting e di seguire tutto il percorso di inserimento e formazione, del valore del lavoro come strumento di indipendenza ed emancipazione sociale.
In apertura, Mariella Bruno, owner della società di consulenza Diversity & Opportunity, ha parlato dello schema internazionale ISO 30415:2021 che riconosce e dettaglia le modalità per costruire una cultura di valore per ogni diversità. “Essere inclusivi oggi per le aziende non è una moda o una questione di filantropia – ha detto Bruno – ma una necessità in termini di competitività, un fattore distintivo di posizionamento all’interno del mercato, di selezione dei fornitori e di richiamo per gli investitori, un elemento chiave anche per attrarre i migliori talenti e ingaggiare le persone. Non un sogno, ma una strada virtuosa che porta risultati concreti in termini di qualità del lavoro, produttività e senso di appartenenza”.
La tavola rotonda che è seguita ha raccontato il percorso intrapreso da DUAL Italia 7 anni fa con l’arrivo di Giulia Garitta, collega con la sindrome di Down attualmente in forze all’Ufficio Portafoglio, e proseguito nel 2020 con l’ingresso di Andrea Ciusani che lavora nel Team Administration.
Una storia nata, in assenza di obblighi di assunzione delle categorie protette, da un moto personale dell’amministratore delegato Maurizio Ghilosso e portata avanti con il forte coinvolgimento del management della società e poi di tutte le colleghe e i colleghi DUAL Italia. “Dall’idea alla pratica è stato fondamentale l’aiuto di Martina Fuga, presidente di AGPD e vicepresidente di CoorDown sia per le fasi di recruiting sia per quelle di formazione e tutoraggio”, ha detto Ghilosso.
“Le aziende – ha spiegato Fuga –possono essere un ponte tra le comunità più fragili o marginalizzate e il resto del mondo. L’alleanza è ciò che rende concrete le promesse inclusive. La confidenza con la diversità sul luogo di lavoro gioca un ruolo fondamentale nell’alimentare la cultura dell’accoglienza e dell’inclusività all’interno del più ampio contesto sociale”.
Del percorso di inserimento ha parlato per DUAL Italia, la CFO e all’epoca anche responsabile delle Risorse Umane, Daniela Rubes: “Siamo partiti dall’analisi delle nostre esigenze aziendali, abbiamo individuato le attività per le quali avevamo bisogno di una risorsa aggiuntiva e, a partire da queste, AGPD ci ha permesso di incontrare diversi candidati. Una volta scelta Giulia e poi Andrea, siamo stati seguiti da un tutor specializzato, sempre di AGPD, che ci ha aiutato sia per gli aspetti relazionali sia per quelli più pratici: bastano piccoli accorgimenti tecnici, dalle impostazioni ottimali del monitor alla predisposizione di istruzioni schematizzate per l’utilizzo delle piattaforme e degli strumenti di lavoro. Molto importante è stata anche l’individuazione di tutor aziendali, colleghe e colleghi che per affinità di mansione, sono stati e sono di supporto nella gestione delle attività quotidiane”.
Oggi DUAL Italia ha intrapreso un ulteriore percorso, allargando lo sguardo al più ampio mondo delle disabilità intellettive, grazie alla collaborazione con la dott.ssa Cristina Panisi, pediatra e dottore di ricerca in psicologia e neuroscienze con particolare focus sui disturbi dello spettro autistico, attiva all’interno di diverse associazioni e istituti di ricerca.
DUAL Italia è a disposizione di tutte le aziende interessate a intraprendere percorsi di inclusione lavorativa di persone con disabilità intellettive, mettendo a disposizione la propria esperienza e favorendo il contatto con le realtà associative. “Molto concretamente, pensiamo di poter e dover fare la nostra parte – ha concluso Ghilosso – nel veicolare il messaggio che l’inclusione genera ricchezza e valore per ogni organizzazione”.