
La crisi di Eurovita ha rappresentato una delle pagine più delicate del recente panorama assicurativo italiano, costringendo istituzioni e operatori del settore a inventarsi una soluzione inedita pur di salvaguardare clienti e stabilità del mercato. Dopo mesi di incertezza, il cosiddetto “spezzatino” è diventato realtà: lavoratori, accordi di bancassurance e portafogli della compagnia in liquidazione sono stati redistribuiti tra cinque grandi player nostrani e diversi altri operatori, in un’operazione che non ha precedenti per complessità e impatto.
Come riportato da Milano Finanza, Unipol si è assicurata la fetta più consistente, con 63 dipendenti e una lunga serie di accordi distributivi, in particolare con le banche di credito cooperativo e con Finint. Al secondo posto Poste Vita, che acquisisce 46 risorse e partnership strategiche, tra cui Banco Desio, Sparkasse e Mediobanca Premier. Fideuram Vita rileva 42 lavoratori insieme ai rapporti con Banca Investis e Banco Profilo, mentre Generali Italia si rafforza con 23 dipendenti e gli accordi con Credito Emiliano e Fineco Bank. Chiude la lista Allianz, che accoglierà 20 risorse e nuove collaborazioni con Banca di Cividale, Cassa di Risparmio di Bolzano e Banca Agricola Popolare di Sicilia.
Una redistribuzione chirurgica, che ha toccato anche altri attori come Crédit Agricole Vita, chiamati a farsi carico di porzioni della rete ex Eurovita, e che aveva un obiettivo chiaro: proteggere i circa 300 mila clienti che avevano sottoscritto polizze con la compagnia in crisi.
L’operazione è stata definita dal quotidiano economico una vera e propria “operazione di spezzatino”, una formula che rende bene l’idea di come asset, personale e partnership siano stati smontati pezzo per pezzo e riassemblati in un mosaico collettivo, sotto la regia di Ivass e con il sostegno del governo.
Al di là dei numeri, resta l’aspetto più rilevante: mai prima d’ora in Italia un salvataggio assicurativo era stato gestito attraverso il coordinamento simultaneo di più compagnie concorrenti, costrette a collaborare per garantire continuità e sostenibilità al sistema. Per i clienti, la soluzione trovata significa che le polizze restano in piedi, senza interruzioni né rischi immediati sul capitale investito. Per il mercato, invece, rappresenta un precedente che farà scuola, un modello di intervento straordinario destinato a diventare riferimento in caso di future crisi sistemiche. Certo, sullo sfondo restano i nodi aperti del contenzioso legale e delle eventuali richieste di risarcimento che potrebbero emergere nei prossimi mesi, ma per ora il bilancio appare positivo: il peggio è stato evitato e lo spettro di un fallimento traumatico è stato scongiurato. In un settore dove la fiducia è tutto, il salvataggio di Eurovita segna una nuova pagina di cooperazione forzata che, paradossalmente, potrebbe rafforzare l’intero comparto.