
Un sondaggio realizzato da FERMA (Federation of European Risk Management Associations) registra la crescente preoccupazione per la situazione economica e per i casi di interruzione dell’attività, rispetto alla precedente edizione del sondaggio FERMA del 2014.
Minacce che, insieme all’instabilità politica, sono state identificati come i tre rischi principali per le imprese. Anche i rischi digitali – attacchi informatici/la sicurezza dei dati, i sistemi informatici e data center – sono aumentati.
Queste le principali conclusioni dell’ottava edizione dello European Risk and Insurance Survey condotto dalla Federazione europea dei Risk Manager.
Più della metà dei 634 intervistati stanno promuovendo l’implementazione della cultura del rischio all’interno della loro impresa (68%); sviluppano il risk management come parte della loro strategia di business (62%) e sviluppano anche programmi di business continuity e altre modalità di risposta alle crisi. Inoltre, il 66% dei risk manager riferisce al consiglio d’amministrazione o al top management.
Secondo Jo Willaert, presidente di FERMA, “da questa indagine, possiamo vedere che i risk manager stanno acquisendo una posizione attraverso la quale stanno aiutando a incorporare il risk management all’interno del modello di business e della cultura delle loro imprese. Stanno assumendo una vasta visione aziendale dei rischi, incluso il contesto economico più ampio, e la maggioranza di essi riferisce a un manager ai vertici o al consiglio d’amministrazione”.
“L’indagine realizzata da FERMA - commenta Alessandro De Felice, Presidente di ANRA - mostra come alcune buone pratiche di gestione dei rischi stiano anche nelle nostre imprese diventando una prassi normale, proprio in virtù della cultura del risk management che con fatica stiamo contribuendo a formare e far progredire nel nostro Paese. Analizzando ad esempio il profilo dei 280 soci ANRA, poco meno del 10% assolve la funzione del Chief Risk Officer, mentre il 31% è Risk Manager e il 28% Insurance e/o Claims Manager”.
Gli intervistati indicano anche che vorrebbero competenze e tecnologie aggiuntive, come le analisi di scenario e le lezioni apprese dopo lo svolgimento di un evento, per migliorare la comprensione della natura dei rischi complessi con cui le loro aziende si devono confrontare. Di conseguenza, chiedono che i loro consulenti, broker e assicuratori vadano oltre il loro tradizionale ruolo e forniscano sostegno a tali attività. Ad esempio, per la maggior parte dei risk manager (86%), il controllo e il trasferimento dei rischi rimangono una responsabilità quotidiana, ma la prevenzione delle perdite è diventata la priorità assoluta.
Non stupisce che la preoccupazione per i rischi digitali e informatici stia aumentando e che i risk manager siano alla ricerca di una maggiore collaborazione con le compagnie assicurative sulla prevenzione delle perdite e la gestione dei sinistri. Gli acquisti della copertura per i rischi cyber sono aumentati dal 2014, ma i due terzi delle aziende ancora non comprano questo tipo di protezione.
Per quanto riguarda gli obiettivi dei risk manager europei, il sondaggio ha rivelato tre precise priorità per FERMA: fare in modo che la figura del risk manager sia ufficialmente riconosciuta, fornire consigli sulle norme di protezione dei dati e farsi portavoce le osservazioni dei risk manager sull’aumento dei requisiti di rendiconto e trasparenza aziendale.