
Crisi alle spalle e crescita in vista? Per l’Italia sembrerebbe un discorso ancora prematuro. Secondo l’ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale il quadro prospettico del nostro Paese non sarebbe dei più incoraggianti. Di certo, la recessione ormai è alle spalle, ma la crescita del PIL prevista per il 2014 è stimata allo 0,6% contro il +1,2% medio dell’Eurozona e il +3,6% globale, che nel 2015 dovrebbe salire del 3,9% nonostante il rallentamento delle economie emergenti.
In nostra compagnia, tra i paesi maggiormente in difficoltà c’è la Grecia, con la differenza che Atene l’anno prossimo farà un balzo in avanti del 2,9% mentre per l’Italia le attese relative al 2015 sono limitate a un +1,1%. Anche il Portogallo, la cui crescita è vista rispettivamente al +1,2% e +1,5% per quest’anno e il prossimo, dovrebbe fare meglio dell’Italia secondo il FMI. E non è solo l’aumento della produzione a preoccupare. La disoccupazione italiana è infatti attesa al 12,4% per il 2014, quindi un ulteriore aumento dal 12,2% del 2013 anche se in calo dal dato di marzo che ha visto il raggiungimento di un picco del 13%, e scenderà all’11,9% solo nel 2015.
Per l’intera area euro il tasso di disoccupazione è previsto all’11,9% quest’anno e all’11,6% nel 2015. Per l’organizzazione guidata da Christine Lagarde il ritorno alla crescita passa attraverso il corretto funzionamento dei canali di accesso al credito, il ripristino all’offerta di credito che c’era prima della crisi porterebbe in Italia a un aumento del PIL, rispetto al primo trimestre del 2008, del 3,9%. Il sistema bancario italiano non è tuttavia certo in buona salute, gli aumenti di capitale previsti e prevedibili per alcuni dei principali attori del comparto lo testimonia, ed è quindi possibile che le banche passino i prossimi mesi a leccarsi le ferite piuttosto che ad aprire i cordoni della borsa.