“Il broker professionale avrà sempre uno spazio sul mercato, se saprà porsi quale consulente evoluto del cliente e non solo come intermediario “venditore” di prodotti assicurativi”
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Nel mondo del brokeraggio, il ritorno in campo in prima fila di Francesco Giuseppe Paparella, oggi vicepresidente di Consulbrokers spa, è stata la notizia che ha monopolizzato le discussione nelle ultime settimane. Stiamo infatti parlando di una figura storica del settore che ha guidato l’Aiba per ben cinque mandati. Eletto per la prima volta come presidente dal 1995 al 1997, successivamente richiamato nel 1999 fino al 2004 e ancora nel 2007 prima di lasciare il testimone nel 2013 nelle mani di Carlo Marietti, non essendo più rieleggibile.
Paparella ha visto arrivare sul suo tavolo la prima direttiva europea sull’intermediazione, ha festeggiato da presidente i primi 30 e 40 anni di Aiba e nei primi anni del nuovo millennio, aveva investito molto sulla formazione dando vita all’Accademia di Brokeraggio Assicurativo, diventata il fiore all’occhiello di Aiba.
“È passato veloce il tempo” e “tutto cambia”, sono due dei più abusati luoghi comuni di questa epoca digitale senza troppa memoria. Ecco perché ha risvegliato l’interesse di molti, anche dei più distratti, vedere il nome di Francesco Paparella tra i nuovi componenti del consiglio direttivo e della giunta di ACB, Associazione di categoria brokers, l’altra associazione di rappresentanza della categoria.
Quali sono le ragioni di questa decisione?
“Tutto ha origine con l’Assemblea Aiba del 2018 quando – spiega Paparella - con il mio voto contrario, è stata approvata una variante allo Statuto che, di fatto, impedisce ai broker di media e piccola dimensione (parliamo di oltre mille realtà su un totale di poco superiore), di non avere più capacità reale di incidere nelle scelte dell’associazione.
In particolare si impedisce all’art. 15.1, di fatto, il rilascio di delega nelle assemblee elettive, inserendo un meccanismo assolutamente “perverso” per il conferimento. Tenuto conto che in assemblea la partecipazione non supera mai le 100/120 unità, le elezioni risultano facilmente “inquinabili” da un piccolo gruppo di associati che fanno riferimento alla categoria dei pochi grandi. Non solo, è stata delegata all’Assemblea, e non più al Consiglio Direttivo, l’elezione non solo del Presidente, ma, con la presentazione di un ticket unico, anche quella dei Vicepresidenti e dei tre componenti la Giunta esecutiva.
In questo modo, la funzione del Consiglio Direttivo è del tutto svuotata di significato visto che, per i più elementari principi di democrazia rappresentativa, l’eletto risponde solo e unicamente all’elettore, quindi il ticket rende conto all’Assemblea e non al Direttivo. Si capisce bene che la eventuale sfiducia dovrà passare per una decisione assembleare che per i meccanismi sopra descritti non verrà mai assunta da quegli stessi che hanno determinato l’elezione dell’intera Giunta. Di più, l’elezione di un gruppo sotto forma di ticket, impedisce l’elezione in Giunta di rappresentanti con punti di vista diversi, tali da garantire la necessaria dialettica interna, determinante per il posizionamento politico dell’associazione. Per questa e altre ragioni, in Assemblea, subito dopo l’approvazione del nuovo Statuto ho rassegnato le dimissioni dal Consiglio Direttivo di cui facevo parte e l’esclusione della mia azienda dall’Aiba”.
Estremizzando, si può dire che Aiba è per i grandi e Acb per i piccoli broker?
“Assolutamente no. In Acb oggi si ritrovano tutti i principali broker a capitale esclusivamente italiano, sia grandi che medi o piccoli. La rappresentanza della categoria è assolutamente completa sia per dimensione che per presenza territoriale. La differenza, se vogliamo, è che gli interessirappresentati sono molto più vicini ai problemi della categoria, considerato che, tra l’altro, Aiba oggi si è appiattita sulle posizioni di Ania e Ivass, non a caso coincidenti con quelle dei grandi broker internazionali che sono divenuti, grazie anche alle modifiche dello Statuto, i veri e soli “padroni” dell’Associazione. In altri termini, oggi ho trovato in Acb quello spirito e quella volontà di essere vicino alla categoria che, un tempo, aveva caratterizzato l’Aiba.
Tra conseguenze economiche della pandemia, novità normative, digitalizzazione e nuovi rischi emergenti, il contesto è alquanto complicato. Che impatto potranno avere queste voci sul mondo del brokeraggio?
“Ormai da tempo abbiamo preso atto di una volontà politica non solo italiana ma, direi europea, che tende a ridurre il numero degli intermediari, incentivandone, se non imponendone, la concentrazione in grandi gruppi, magari internazionali. Lo strumento di pressione adottato sono le norme operative sempre più stringenti emanate in nome della tutela del consumatore come se inondandolo di informazioni sul contratto che sta per stipulare si realizzi quella trasparenza che, solo sulla carta, si persegue. Non basta, le ultime normative emanate entrano, secondo il mio parere, a gamba tesa sugli usi consolidati del marcato dell’intermediazione, disponendo dei vincoli anacronistici sulle “collaborazioni orizzontali” da sempre in uso non solo in Italia. Il peggio è che le compagnie, approfittando di interpretazioni assolutamente capziose di tali norme, pretendono di raccogliere una serie di informazioni sulle modalità operative e di accesso al mercato da parte degli intermediari. Purtroppo, non mi sorprende che l’Aiba si sia allineata a questi comportamenti, arrivando, in una recente circolare, a dichiarare essere vietati i rapporti orizzontali a tre soggetti (ad esempio: broker di Londra, agenzia di sottoscrizione italiana – grossista e broker italiano- dettagliante) cosa che nella norma non appare. In verità tale atteggiamento è, come ormai sempre, nell’interesse dei grandi broker statunitensi che gestiscono l’Aiba, i quali “saltano” il passaggio sull’agenzia di sottoscrizione in virtù del rapporto diretto sul mercato di Londra o su quello riassicurativo”.
La concentrazione del mercato assicurativo non sembra arrestarsi, soprattutto nel settore dei broker. C’è ancora spazio di manovra per un piccolo broker che vuole continuare a operare da indipendente?
“Sono convinto di si, e cerco di spiegare il mio punto di vista: il broker professionale avrà sempre uno spazio sul mercato, se saprà porsi quale consulente evoluto del cliente e non solo come intermediario “venditore” di prodotti assicurativi. Altro aspetto fondamentale è rappresentato dal tessuto produttivo italiano: il 95% delle aziende sono di media e piccola dimensione. Ciò giustifica una dimensione analoga del broker che lo assiste. Certo, la professionalità andrà ancor più coltivata attraverso studio e approfondimento delle tematiche di interesse della propria clientela. Ruolo determinante potrà essere assunto dell’Associazione di categoria che dovrà supportare le singole aziende in un percorso aggregativo che, da un lato ne mantenga l’indipendenza, dall’altro suggerisca delle modalità organizzative nuove che consentano sia risparmi di scala, che risposte adeguate alle sempre maggiori incombenze che gravano sulle nostre strutture”.
La disintermediazione dell’offerta è un rischio reale?
“Per dare una risposta coerente, dobbiamo chiarire bene quale offerta potrà essere disintermediata. Se parliamo di rischi di massa, è possibile che parte significativa dei contratti, ad esempio la RCA, verrà offerta da una serie di soggetti cui non verrà richiesta alcuna specifica competenza, penso agli uffici postali che offrono coperture auto e non solo. Si tratta di rischi sui quali gli assicuratori hanno predisposto un’offerta semplificata che è adattabile alla grande massa della clientela individuale e perciò “distribuibile” in modo diretto. Ben diverso è parlare di rischi delle aziende, indipendentemente dalla loro dimensione, ove l’aspetto consulenziale e perciò il ruolo del broker professionale, non potrà essere surrogato da nessuna struttura commerciale diretta di compagnia. Dobbiamo comprendere e far comprendere che la materia assicurativa è complessa e che il contenuto dei contratti varia profondamente tra assicuratore e assicuratore. Solo il broker è in grado di suggerire, dopo aver analizzato e compreso le reali esigenze dell’azienda, la soluzione migliore per diminuire il rischio, prevenirlo ed, infine, trasferirlo all’assicuratore che, in quel momento, si dimostri il più disponibile a garantire la soluzione tecnico – economica migliore”.
Come giudica l’offerta assicurativa delle compagnie italiane? È al passo con l’evoluzione dei nuovi rischi?
“Il mercato assicurativo in genere e quello italiano non fa differenza, non si è mai sforzato più di tanto per venire incontro ai rischi cosiddetti emergenti. Abbiamo vari esempi nel tempo che lo dimostrano: il millenium bag; la “mucca pazza”, l’AIDS e potremo citarne altri. Tutto si giustificherebbe con l’affermazione che, trattandosi di rischi nuovi, non vi sono statistiche sulle quali basare l’esposizione al rischio e la severità economica dei possibili danni e perciò non è possibile quotarlo e quindi assumerlo. Viceversa, gli assicuratori si “innamorano” di rischi poco conosciuti e sui quali cercano di spingere l’offerta. Ad esempio, è il caso del Cyber Risk, di cui non si fa altro che parlare, offrendolo in pratica a tutti i comparti produttivi. Personalmente, non ho nulla contro queste coperture che, anzi, ritengo importantissime in determinati settori, molto meno vitali in altri”.
È cambiata la sensibilità delle imprese dopo la crisi sanitaria? Sono più attente alla tutela assicurativa?
“Difficile a dirsi ora. Dovremo attendere la fine di quest’anno ed il prossimo per vedere se la pandemia avrà avuto almeno un effetto positivo sull’atteggiamento degli assicuratori, al di là delle affermazioni di principio. Penso che potrò rispondere alla sua domanda nella seconda metà del 2022”.
Alla luce di tutte le novità tecniche e normative che hanno stravolto la quotidianità degli intermediari professionali, si sono assottigliate le differenze tra broker e agenti? Ricordo che nel 2012 lanciò l’idea per certi versi visionaria, considerati i tempi notoriamente lenti del mondo delle polizze, di costituire una Federazione unica degli intermediari assicurativi e finanziari che rappresenti davanti alle Autorità nazionali e internazionali gli interessi di agenti e broker con un’unica voce. Potrebbe essere arrivato il momento di riprendere in mano quella proposta?
“In realtà l’idea di una Federazione degli Intermediari Professionali cui aderissero le organizzazioni rappresentative di agenti, broker e promotori finanziari mantiene la sua validità, tuttavia in questa fase mi sembra che ci si muova in ordine sparso anche all’interno della stessa categoria. Ciò rende difficile aprire una discussione sul tema. Resta l’idea che, come ha correttamente detto lei, rappresenta più un visione ed una speranza che un percorso al momento praticabile.
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Le norme delle Statuto Aiba cui fa riferimento Paparella
12.4) L’Assemblea può rinominare la medesima persona al medesimo incarico. La carica di Presidente della Giunta Esecutiva, non può essere conferita per più di due volte anche non consecutive. La carica di membro della Giunta Esecutiva non può esser ricoperta più di quattro volte anche non consecutive.
13 a) eleggere i membri del Consiglio Direttivo, della Giunta Esecutiva e del Collegio dei Probiviri, nonché i
15.1) L'Assemblea è validamente costituita (fatto salvo quanto previsto per le delibere sotto specificate) in prima convocazione quando siano presenti un numero di Associati portatori di almeno la metà dei voti spettanti a tutti gli Associati; in seconda convocazione qualunque sia il numero degli Associati presenti e dei voti ad essi spettanti.
Le deleghe al voto sono valide ed efficaci purché depositate separatamente presso la sede dell’Associazione o ricevute separatamente dalla stessa Associazione a mezzo posta elettronica certificata entro le ore 18 del terzo giorno antecedente il giorno di riunione dell’Assemblea in prima o in seconda convocazione. In caso di conferimento di più di tre deleghe, le deleghe oltre la terza non avranno validità.
15.10) Per le delibere aventi ad oggetto le elezioni delle cariche sociali, le votazioni saranno effettuate con
scrutinio segreto. In tal caso il voto potrà essere espresso anche tramite posta elettronica certificata (o altro strumento elettronico equivalente idoneo a garantire l’identità del votante) da inviare dall’indirizzo PEC comunicato previamente dall’Associato all’Associazione, all’indirizzo di posta elettronica certificata, indicato nell’avviso di convocazione dell’Assemblea, di un Notaio all’uopo incaricato, il quale certificherà il raggiungimento dei quorum costituitivi e deliberativi, indicando all’inizio dell’Assemblea il numero dei voti a lui pervenuti in via elettronica e, successivamente al voto nel consesso, il risultato delle votazioni, comprensivo di quelle a lui pervenute dagli Associati tramite posta elettronica certificata, indicando nominativamente tutti i votanti.
Le candidature a componente della Giunta esecutiva seguono le seguenti modalità. Nel termine di 45 giorni prima della data fissata per l’Assemblea sono presentate al comitato elettorale dagli interessati le liste di candidati a membri della Giunta Esecutiva. Le liste di candidati a membri della Giunta Esecutiva non possono indicare più di sei membri, inderogabilmente scelti nel numero di due per ciascuna Categoria diAssociati, e devono indicare, tra i sei membri, il candidato a Presidente della Giunta Esecutiva e i due candidati a Vice- Presidente. Il candidato a Presidente della Giunta Esecutiva e ciascuno dei candidati Vicepresidenti non possono appartenere alla medesima Categoria di Associati. Il candidato a membro della Giunta Esecutiva non può contestualmente candidarsi a membro del Consiglio Direttivo.Le liste di candidati a membri della Giunta Esecutiva devono essere accompagnate dal documento
20.3) Il Presidente è responsabile, nei confronti dell'Assemblea, dell'osservanza delle decisioni assembleari, del coordinamento dell'attività di tutti gli organi sociali, nonché dell'attuazione delle delibere del Consiglio
ART. 24 gruppi di lavoro - su delega del Presidente (il Segretario Generale) rappresenta l'Associazione presso terzi