Oltre la metà degli italiani, il 53%, ha paura di perdere il lavoro e di venir sostituito da un robot nei prossimi anni.
Secondo una ricerca condotta da Lorien Consulting se l’innovazione tecnologica e lo sviluppo della robotica rappresentano un traguardo spesso auspicabile per una maggiore sostenibilità delle imprese, il 65% degli intervistati ritiene che l’automazione e i robot potranno sostituire, nel breve termine, molte figure professionali e mansioni, determinando un significativo calo dei posti di lavoro.
Di questi, solo il 43% crede che la perdita di posti di lavoro sarà compensata da nuove attività (36% da servizi da persona a persona, 19% da lavori ad alto contenuto creativo, 16% da progettazione e realizzazione robot, 7% da mansioni poco specializzate).
È vero che in questo lungo periodo di crisi la fiducia degli italiani è ai minimi termini, ma colpisce l’atteggiamento comunque negativo verso il futuro, con il 45% del campione che si dichiara molto preoccupato e la maggioranza (54%) pensa che entro il 2030 l’automatizzazione brucerà circa 1 milione di posti di lavoro. Solo l’11% ha un atteggiamento positivo verso il futuro dell’automazione, mentre il 41% degli intervistati crede nella possibilità di venir sostituito al lavoro da un computer o un robot nell’arco dei prossimi 20 anni. Il 29% accorcia a dieci anni i tempi di sostituzione e il 24% pensa che ciò possa avvenire entro i prossimi cinque anni.
Come antidoto a questo rischio, il 77% ritiene prioritario per l’Italia investire in formazione e riqualificazione professionale, soprattutto nei campi più innovativi, piuttosto che ipotizzare altre forme di aiuto come sussidi o altre forme di welfare, mentre oltre il 54% degli intervistati sarebbe d’accordo con l’ipotesi di tassare il lavoro dei robot come il lavoro operaio.
Posti di fronte alla scelta tra salvaguardia dei posti di lavoro o ambiente, gli italiani si dividono a metà, eppure, ben il 74% degli intervistati ritiene che l’innovazione ambientale possa creare nuovi posti di lavoro green compensando i posti persi in altri settori.
"Il cambiamento non può essere fermato e l’automazione non è in sé nemica dell’occupazione”, ha affermato l’amministratore delegato di Lorien Consulting Antonio Valente. “La tecnologia, inevitabilmente, ha dei contraccolpi e delle conseguenze nel breve termine e saperle prevedere rappresenta già un punto di vantaggio. Certo sarà fondamentale rassicurare l’opinione pubblica, in questo conterà molto anche il ruolo del legislatore: intervenire è importante ed è altrettanto importante che sia fatto subito”.