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Salute e assistenza agli anziani rappresentano le principali voci di spesa per il welfare sostenute dalle famiglie italiane nel 2018, rispettivamente pari a 37,7 e 27,9 miliardi di euro su un totale di 143,4 miliardi (circa il 7% in più rispetto all’anno precedente).
Complessivamente, parliamo di un comparto che contribuisce per l’8,3% alla formazione del Pil del nostro Paese. Si tratta di un valore superiore a quello dell’industria assicurativa (139,5 miliardi di raccolta tra ramo danni e vita) e del settore alimentare (137 miliardi di fatturato), e vale circa una volta e mezzo quello della moda (95,7 miliardi) e tre volte e mezzo quello del mobile (41,5 miliardi). È quanto emerge dal Secondo Rapporto sul bilancio di welfare delle famiglie italiane, realizzato da Mbs Consulting, principale gruppo italiano indipendente di business consulting, che ha analizzato otto settori: salute, assistenza ad anziani e persone bisognose di aiuto, assistenza familiare, assistenza ai bambini ed educazione prescolare, istruzione, cultura e tempo libero, supporti al lavoro, previdenza e protezione.
In particolare, i numeri rivelano una crescente fragilità sociale, soprattutto tra le famiglie in condizioni di debolezza, che colpisce principalmente l’area della salute (+11,9% rispetto all’anno precedente) in cui emerge un fenomeno di rinuncia che interessa il 40,8% delle famiglie (per il 10,2% si tratta di una rinuncia rilevante).
La terza area per dimensione ma la seconda in termini di crescita (+10,3%) è quella dell’assistenza agli anziani e alle persone bisognose, distribuita sull’8% dei nuclei familiari (2,1 milioni le famiglie utilizzatrici) e di gran lunga la più difficilmente sostenibile: 13.300 euro per famiglia utilizzatrice e dove emerge un sistema di assistenza domiciliare poco qualificato. Molto alto il divario per area geografica: 14.863 euro per famiglia al Nord, 9.657 al Sud. Da non dimenticare l’istruzione (10,5 mld): siamo infatti il Paese europeo con il più alto numero di giovani che non raggiungono la laurea. Queste fragilità sociali, con il conseguente aumento delle spese del welfare familiare, che oggi è pari al 20% della spesa complessiva di welfare, pubblica e privata, costringono a guardare con occhi nuovi la realtà̀ e le prospettive del sistema di welfare nel nostro paese.