
I costi di riparazione dei danni causati dall’assalto a Capitol Hill della scorsa settimana saranno a carico dei contribuenti statunitensi, in quanto sia l’edificio di Washington quanto il terreno circostante non sono assicurati: raramente le agenzie federali sono coperte da assicurazione.
I sostenitori del presidente uscente Donald Trump hanno preso d’assalto il Campidoglio, rompendo finestre, deturpando oggetti all’interno e appiccando piccoli fuochi all’esterno.
A pagare le riparazioni del Campidoglio ci penseranno quindi i cittadini. Lo staff del Congresso e i giornalisti hanno pubblicato foto di uffici disseminati di vetri rotti e oggetti spaccati, oltre a una porta imbrattata con la scritta “murder the media” e un busto dell’ex presidente Zachary Taylor macchiato di vernice rossa.
Sarà quindi l’Architect of the Capitol (AOC), l’agenzia federale responsabile per la manutenzione, il funzionamento, lo sviluppo e la conservazione del Campidoglio degli Stati Uniti, a dover probabilmente coprire parte dei costi. La violenza di mercoledì 6 gennaio, arrivata mentre il Congresso stava contando i voti elettorali per certificare la vittoria presidenziale del democratico Joe Biden, rappresenta uno dei più gravi vuoti di sicurezza nella storia recente degli Stati Uniti, hanno affermato gli attuali funzionari delle forze dell’ordine. In termini di spese di riparazione e pulizia, il governo federale ha per lungo tempo considerato l’assicurazione non degna della spesa. Un rapporto del 1982 del Government Accountability Office sosteneva che è raro anche consentire all’Fbi di acquistare tutelarsi con un’assicurazione per un’operazione sotto copertura che comporta rischi globali. Posizione che non è di molto cambiata anche dopo che i terroristi presero di mira il Pentagono l’11 settembre 2001.