
74 le aziende italiane, di cui 16 non quotate, coinvolte dalla ricerca condotta da ETicaNews in collaborazione con ESGeo in merito all’Integrated Governance Index 2020, indice quantitativo sull'integrazione degli Esg nella governance aziendale. Lo studio ha evidenziato come nel nostro Paese manchi ancora manca una cultura della gestione razionale dei dati non finanziari, tra i quali quelli su emissioni inquinanti, consumi energetici, contratti imposti ai fornitori, smartworking, organizzazione del lavoro.
Gli indicatori d’impatto ambientale e sociale di un’azienda sono molteplici e i dati prodotti da queste voci sono pressochè infiniti.
Una legge del 2016 impone agli enti di interesse pubblico con più di 500 dipendenti di comunicare questi dati e affida alla Consob il compito di verificarne la veridicità. Ma anche per il resto del mondo produttivo e imprenditoriale italiano, gestire al meglio questa mole di dati e comunicarla all'esterno sta diventando fondamentale. Il motivo è semplice: per decidere quale direzione prendere e su quale impresa scommettere o meno, gli investitori internazionali tendono a guardare proprio questi parametri, raccolti sotto i tre pilastri environmental, social e governance (Esg).
Tuttavia, dalla ricerca è emerso che le imprese italiane sottovalutano il rischio della gestione di questi dati.
Solo il 38% delle imprese intervistate dichiara di assegnare obiettivi non finanziari al management e oltre il 42% non ha un protocollo di sicurezza in grado di individuare dei responsabili lungo la catena della raccolta dei dati Esg.
Inoltre, circa la metà delle imprese non ha un soggetto incaricato dei dati Esg non finanziari e solo una su quattro utilizza una piattaforma dedicata.
Le prospettive per il futuro sono comunque incoraggianti, visto che il 98,6% degli intervistati ritiene importante condividere questi dati all’esterno e intende organizzarsi al meglio per farlo.
“È un problema prima di tutto culturale. Questi sono dati strategici per l’azienda, se ben utilizzati, e raccoglierli su fogli Excel o via mail non solo è inefficiente ma non risponde ai requisiti richiesti dal legislatore o dalle autorità di vigilanza”, dichiara Fabrizio Fiocchi, ceo di ESGeo.
“Le aziende che vogliono fare un salto di qualità sia nella loro organizzazione interna, che agli occhi degli investitori internazionali devono dotarsi di sistemi di rendicontazione, monitoraggio e condivisione dei dati non finanziari centralizzati, integrati e certificati con gli standard adottati', continua, sottolineando che oggi una azienda che comunica dati di impatto a stakeholder esterni (investitori, clienti e autorità di vigilanza) non si può più permettere la gestione e il monitoraggio dei dati non finanziaria senza un processo certificato, ricostruibile e centralizzato”. In questa ottica, Techedge, gruppo quotato in Borsa Italiana, ha creato una piattaforma in cloud, attraverso la controllata ESGeo, per gestione e il monitoraggio di dati non finanziari, integrata con il gestionale aziendale e in grado di trasformare i rischi Esg in opportunità. In Italia, secondo la ricerca, è emerso che ci sono società che hanno investito anni e significative risorse per sviluppare piattaforme custom based: le migliori 5 sono risultate Poste Italiane, Eni, A2A, Iren e Italgas.