
Dopo aver provocato ingenti danni in Europa centrale, la tempesta Boris si è scagliata sull'Emilia Romagna, già colpita lo scorso anno da devastanti alluvioni. In Europa Centrale le piogge torrenziali hanno provocato la scomparsa di 24 persone tra Repubblica Ceca, Austria, Polonia e Romania. Anche il conto economico si preannuncia molto alto. Le drammatiche inondazioni causate da Boris potrebbero essere uno degli eventi climatici più costosi registrati in Europa centrale, indica Gallagher Re.
Per i danni verificatisi tra il 12 e il 15 settembre gli assicuratori dovrebbero pagare tra i 2 ei 3 miliardi di euro, stima il broker di riassicurazioni. Il conto economico totale sarà invece molto più alto, in una regione in cui i tassi di penetrazione assicurativa sono molto disparati. Il quotidiano Les Echos spiega che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha già annunciato aiuti per 10 miliardi di euro, provenienti dal Fondo di coesione dell'Unione europea (UE). Un ammontare stanziato per coprire i danni non assicurati e alleviare le aree più colpite. Circa la metà dei fondi saranno destinati alla Polonia, ma non basteranno a coprire i danni causati dalle inondazioni, i più gravi dal 1997 a oggi, ha già spiegato il ministro delle Finanze polacco.
Marto De Cicco, analista DBRS Morningstar, spiega al quotidiano francese che il sostegno degli assicuratori sarà più limitato in Polonia rispetto, ad esempio, alla Repubblica Ceca, dove i contratti per danni materiali sono più diffusi.
Tuttavia, le finanze pubbliche saranno chiamate in causa ovunque. Non solo la Polonia dovrà rivedere il suo bilancio 2024, ma l’Austria triplicherà il fondo nazionale dedicato alle vittime dei disastri naturali, portandolo a 1 miliardo di euro. Praga stanzia 1,2 miliardi di euro e altri 10 miliardi il prossimo anno per la ricostruzione.
Queste misure di emergenza prese dai Paesi dopo il passaggio della tempesta Boris, illustrano l’insufficiente copertura assicurativa pubblica o privata per gli eventi climatici nell'UE.
Tra il 1980 e il 2022 si sono contati danni per 650 miliardi di euro, (a tasso costante), ma solo il 19,5% era assicurato, secondo un rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (EEA).
Le storiche inondazioni del 2002 nell’Europa centrale hanno causato danni per 34 miliardi di euro. Più recentemente, le inondazioni in Germania e Belgio sono costate 44 miliardi di euro nel 2021 e la siccità che ha colpito il continente nel 2022, 40 miliardi di euro. Solo in questi due anni, le perdite ammontano a 110 miliardi di euro. L’EEA evidenzia gli effetti del cambiamento climatico e della concentrazione della ricchezza nelle aree vulnerabili: non tutti i paesi sono uguali quando si tratta di rischi. Secondo EEA, solo il 5% dei sinistri in Italia negli ultimi due decenni erano assicurati, il 7% in Polonia, il 12% nella Repubblica Ceca e il 18% in Austria. Al contrario, la Danimarca offre il tasso di protezione più elevato, pari al 61%.
Per compensare la sottoassicurazione, il programma di resilienza climatica, lanciato da Bruxelles suggerisce varie soluzioni. Ad esempio, i partenariati pubblico-privato, come nel regime francese di risarcimento per le catastrofi naturali. Una strada già proposta lo scorso anno dalla Banca Centrale Europea e dall'Eiopa.