
Durante la fase più acuta della pandemia le difficoltà sono state enormi, tra fatturati crollati in un batter d’occhio e volatilità dei mercati finanziari, ma l’industria assicurativa italiana ha dato una grande dimostrazione di resilienza e ora si prepara a ripartire. Di questo e molto altro si è parlato durante il webinar “Assicurare la resilienza”, pre-evento dell’Insurance Day 2020 di Milano Finanza e Accenture.
“La pandemia ha provocato un grande shock globale a livello umano, sociale ed economico e ha avuto effetti significativi su tutti i settori”, ha dichiarato Daniele Presutti, Insurance Lead Europe di Accenture.
Le imprese di assicurazioni hanno reagito bene all’arrivo della crisi, restando vicine ai clienti, alla rete distributiva e ai dipendenti messi a lavorare in sicurezza in modalità smart-working. Ma ora che il peggio sembra alle spalle è tempo di spingere sull’acceleratore e superare tutto questo periodo nero. Come?
Secondo Accenture, puntando dritto sull’innovazione che permette di costruire la resilienza di business e culturale necessaria per superare questo periodo e avere successo in futuro. Per lavorare in questa direzione, sono 3 le principali iniziative strategiche da mettere in atto: la trasformazione della curva dei costi; la pianificazione strategica basata su scenari dinamici e la riconfigurazione della propria architettura di business, con attività come la semplificazione e la digitalizzazione del business, l’integrazione di tecnologie di intelligenza artificiale nei processi chiave e la definizione di nuovi servizi assicurativi distribuiti in modo innovativo al mercato.
Nel suo intervento la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, ha detto che le assicurazioni vogliono essere protagoniste della ripartenza. “Vogliamo far leva sui nostri assi portanti ed essere protagonisti del rilancio, mobilitando tutte le risorse disponibili, affiancando quelle messe sul piatto dallo Stato e le tante che arriveranno dall’Europa. Il Paese ha un ritardo storico e questo lo rende più fragile: dobbiamo tutti spingere per il valore della protezione, senza dimenticare il tema dell'ampliamento della platea della previdenza integrativa, soprattutto per i giovani”.
Farina ha aggiunto che da pochi giorni è stato istituito in Ania un comitato di esperti che sta studiando come il settore assicurativo possa offrire il proprio aiuto davanti a rischi come la pandemia. “Si tratta di un modello necessariamente basato su una partnership pubblico-privato. Lo presenteremo al governo e credo potrebbe costituire la via italiana da presentare in Europa dove il dibattito sulle coperture del rischio pandemico molto attivo e vivace”.
Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz spa, ha sottolineato come l’impatto del Covid-19 sul business sia stato pesantissimo, “con una contrazione del giro d’affari repentina e di un livello cui non eravamo per nulla preparati. Parliamo di un -10% istantaneo con un leggero peggioramento da quel momento in poi. C’è ovviamente chi sta peggio di noi, tuttavia un soggetto economico come Allianz è molto delicato e non va visto solo dal punto di vista statico, ma vanno considerati i suoi equilibri dinamici, soprattutto in questa occasione con una cambiamento del fatturato così veloce. C’è il tema dei costi che sono esplosi e questto comperterà inevitabilmente una contrazione della profittabilità se non saremo in grado di rilanciare il fatturato nell’arco di 1 o 2 anni. Noi rappresentiamo il 15% del mercato. Essendo Allianz società sana, mi aspettoche rimboccandoci le maniche riusciremo a risollevarci”.
Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua ha sottolineato come l’epidemia abbia cambiato molti aspetti nella società, nei comportamenti e ha accelerato la capacità di risposta al cambiamento: “La situazione è lungi dall’essere stabilizzata e anche se il peggio sembra essere alle spalle, non è tramontato il rischio di un secondo lockdown. Siamo al cospetto di una crisi atipica e non abbiamo a disposizione dati certi per tracciare uno scenario futuro, anche se sarà importante nella fase di uscita dalla crisi vedere quale sarà la reazione in termini di fiducia”.
Andrea Novelli, amministratore delegato e direttore generale di Poste Vita ha osservato come dopo la fine del periodo di isolamento, si sia registrato un forte incremento di richieste di consulenza personale: “I cittadini vogliono ancora parlare di persona con il loro consulente quando si tratta di investimenti e protezione assicurativa”.
Alla domanda sul possibile ruolo di primo piano di Poste Vita in una cordata di investitori istituzionali italiani, organizzata da F2i, per rilevare una quota di Aspi per Autostrade per l’Italia, Novelli ha detto: “Sul nome specifico non commento, ma gli investimenti infrastrutturali sono una delle asset class che hanno senso per le assicurazioni poichè danno rendimenti stabili e prevedibili nel tempo rispetto agli investimenti tradizionali”.
Matteo Laterza, direttore generale di UnipolSai, ha ricordato come le prime azioni condotte, “oltre a mettere in sicurezza tutto il personale abbiamo avuto molta cura per tutta la nostra comunità, intendendo l’intera rete distributiva che in realtà era la più esposta avendo contatto con la clientela. Quindi, oltre a supportarli con la fornitura di materiale sanitario, abbiamo fatto due cose: nella convinzione che il fenomeno non sarebbe durato poco, abbiamo organizzato un piano di sostegno finanziario per le agenzie, per consentire loro di arrivare alla fine della crisi con un polmone finanziario sufficiente a consentire di sostenere tutta la base di costi, a fronte del calo di provvigioni. Abbiamo poi potenziato tutti gli strumenti digitali per consentire di chiudere transazioni da remoto. Dal punto di vista dei prodotti sono state molte cose in un ottica di integrare sempre più i prodotti con una componente di servizio, con l’obiettivo di andare verso un concetto di assicurazione viva che va a soddisfare anche i bisogni adiacenti a quelli assicurativi, coinvolgendo anche la componente emotiva del cliente”.
Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz spa, ha parlato del duro impatto avuto dal Covid sul business. “Abbiamo registrato una contrazione del giro d’affari repentina e di un livello cui non eravamo preparati: un -10% istantaneo con un leggero peggioramento da quel momento in poi. Un soggetto economico come Allianz è molto delicato e non va visto solo dal punto di vista statico, ma vanno considerati i suoi equilibri dinamici, soprattutto in questa occasione a fronte di un crollo del fatturato così repentino. C’è il tema dei costi che sono esplosi e questo comporterà inevitabilmente una contrazione della profittabilità se non saremo in grado di rilanciare il fatturato nell’arco di 1 o 2 anni. Ma Allianz è una società sana che oggi rappresenta il 15% del mercato e credo che rimboccandoci le maniche riusciremo a risollevarci”.
Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua ha ribadito come l’epidemia abbia cambiato molti aspetti nella società, nei comportamenti e ha accelerato la capacità di risposta al cambiamento.
“Questa crisi ha messo in evidenza la grande importanza anche nel nostro business delle relazioni. Siamo stati privati di relazioni per mesi e abbiamo cercato metodi per ritrovarli. La rete di Real e Group ha dato grande capacità di relazione con i clienti. Le previsioni su come evolverà la situazioni sono molto difficili. Oggi i risultati per noi sono buoni, ma lunedì 22 giugno è stato il giorno con più contagi al mondo da Covid-19. La situazione è lungi dall’essere stabilizzata a livello mondiale. Abbiamo ancora rischi di lockdown, parziale o totale.
Siamo al cospetto di una crisi atipica e non siamo in grado di tracciare uno scenario futuro e questo ci porta un po’ tutti a lavorare per scenari. C’è poi da considerare il tema della fiducia e vedere come risponderanno le persone e le aziende una volta usciti dalla crisi”.
Andrea Novelli, amministratore delegato e direttore generale di Poste Vita ha osservato “un forte ritorno della presenza fisica nella nostra rete dopo la fine del lockdown a sottolineare l’importanza della consulenza assicurativa e finanziaria. Nonostante i cittadini possano far ricorso alla multicanalità, quando si tratta di questioni importanti per la loro vita, come gli investimenti e la tutela assicurativa, preferiscono rivolgersi e farsi consigliare da una persona. Per quanto riguarda il segmento Vita, stiamo affrontando un periodo di rendimenti in calo e maggiore volatilità dei mercati finanziari. Il trend era iniziato prima della pandemia e la crisi ha solo aumentato la volatilità. Comunque, credo che il prodotto assicurativo vita, di investimento, se paragonato a altri investimenti che hanno gli stessi profili di rischio, sia molto attraente e continuerà a esserlo anche nei prossimi anni, pur considerando il fisiologico calo dei rendimenti”.
Davide Passero, amministratore delegato di Alleanza Assicurazioni ha detto che se questa crisi fosse esplosa dieci anni fa, per Alleanza sarebbe stata probabilmente la fine. Invece la compagnia “ha tenuto. Il modello di business che consiste nel mix di possibilità di contatto col cliente ha portato risultati superiori alle aspettative. Infatti, usciamo da questa esperienza immersiva con una leggera crescita del fatturato e siamo relativamente ottimisti per l’andamento del business nel resto dell’anno”. Ottimista anche Alberto Tosti, direttore generale di Sara Assicurazioni, nonostante la compagnia chiuderà il primo semestre dell’anno con una lievissima flessione rispetto al semsetre precedente. “Tuttavia sono ottimista perché la rete ha dimostrato grande capacità di reazione e nei mesi di maggio e giugno c’è stato un forte rimbalzo. Novità dal punto di vista strategico? L’ingresso nei mercati alternativi “che possono offrire grandi opportunità”.
Maurizio Pescarini, amministratore delegato di Genertel ha detto che “Dal primo momento dell’emergenza abbiamo avuto un obiettivo chiaro: tutelare la salute delle nostre persone, essere vicini ai nostri clienti e garantire continuità al business con soluzioni che rispondano alle esigenze di oggi. In meno di due settimane abbiamo abilitato oltre 700 persone a lavorare da casa. È stata un’impresa impegnativa, ma siamo soddisfatti delle risposte positive ricevute dalle nostre persone e dai nostri clienti”. Da questa esperienza c’è molto da imparare. Ad esempio, sul versante lavorativo
“il futuro sarà un sapiente mix tra modelli di lavoro da remoto e in ufficio”.
Dal punto di vista dell’intermediario, Alberto De Santis, amministratore delegato di Oxerisk “Il broker resta una figura professionale fondamentale, perché la relazione fisica continua ad avere grande importanza. Il Covid è stata una spinta in avanti e la tecnologia ha velocizzato i rapporti fra le persone. Dopo l’emergenza pandemica ci aspettiamo forti investimenti infrastrutturali e una crescita della cultura del rischio. I pericoli maggiormente attesi sono quelli cyber derivanti dallo smart working; quelli ambientali, legati all’attività agricola; quelli di controversie legali dovute all’aumento di normative sempre più difficili da interpretare”.