Il risiko assicurativo vive giorni bollenti, soprattutto dalla parti di Trieste dove in casa Generali sono momenti di grande incertezza. Tra le ricorrenti voci delle mire dei francesi di Axa e l’interesse di Allianz per la controllata tedesca, le ombre sul futuro del Leone sembrano allungarsi.
Tanto è vero che pure il sindaco di Trieste Dipiazza e la presidente della Regione Serracchiani hanno speso parole importanti sulla necessità di mantenere l’italianità delle Generali. La partita ora è in corso e Intesa SanPaolo starebbe in queste ore preparando un’offerta pubblica di scambio (Ops) su Generali che avrebbe l’obiettivo di creare un colosso non solo assicurativo, ma anche del risparmio gestito e del private banking.
Un’idea che non piace al Financial Times che in un editoriale di un paio di giorni fa invitava l’ad di Intesa SanPaolo Carlo Messina e gli investitori a una “pausa di riflessione”, sostenendo che ci sono diverse similitudini tra la ventilata operazione sul Leone e la disastrosa acquisizione di Abn Amro da parte di Royal Bank of Scotland nel 2007″. La banca olandese fu acquisita dal gruppo britannico, che l’anno successivo registrò una perdita record e fu salvata con un intervento pubblico, in consorzio con Fortis e Banco Santander.
Ma ai piani alti di Intesa SanPaolo non sembrano voler rallentare, anzi. L’offerta potrebbe infatti essere deliberata nel corso di un cda straordinario entro il prossimo fine settimana che seguirebbe il board di venerdì che invece servirà ad analizzare i risultati del 2016 della banca.
A livello di Antitrust potrebbero nascere problemi nel ramo vita, dove l'unione delle due compagnie supererebbe il 30% di quota di mercato, limite imposto dall'authority. Secondo Il Sole 24 Ore, per rispettare i vincoli normativi sarebbe necessario cedere Alleanza, valutata circa 3 miliardi di euro.