
Secondo i dati elaborati dall’Istat, nel 2022 il valore aggiunto generato dall'economia non osservata (somma di economia sommersa e attività illegali) si è attestato a 201,6 miliardi, segnando una crescita del 9,6% su anno (quando era 184 miliardi).
L'incidenza dell'economia non osservata sul Pil, cresciuto a prezzi correnti dell'8,4% rispetto al 2021, si è mantenuta stabile, portandosi al 10,1%, dal 10% del 2021 (0,7 punti percentuali al di sotto del 10,8% osservato nel 2019, anno precedente la pandemia).
La crescita dell'economia non osservata è stata trainata dall'andamento del valore aggiunto generato dalla sotto-dichiarazione, che ha segnato un aumento di 10,4 miliardi (+11,5%) rispetto al 2021.
Più contenuto l'incremento del valore aggiunto connesso all'impiego di lavoro irregolare (+3,7 miliardi, +5,6% su anno) e dalle attività illegali (+1,2 miliardi, +6,7%).
L’aumento di oltre 2 miliardi delle altre componenti è riconducibile alla crescita del contributo delle mance (che segue l'andamento della spesa per consumi finali) e dei fitti in nero percepiti dalle famiglie.
Gli andamenti delle diverse componenti hanno confermato una tendenza di medio periodo alla ricomposizione dell'economia non osservata.
Si è mantenuto pressochè stabile l'impatto dell'economia illegale (9,8% nel 2022 rispetto al 10,1% del 2021) sul totale dell'economia non osservata.