
I prolungati periodi di lockdown che hanno finora attraversato l’emergenza sanitaria non hanno fermato il processo di crescita nel nostro Paese della sharing mobility. È quanto rileva l’Osservatorio Nazionale sulla sharing mobility, promosso dal ministero della Transizione Ecologica, dal ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Tutti i servizi di sharing sono cresciuti sensibilmente nel 2021 ritrovando nelle prime due settimane di giugno i valori medi pre-pandemia (media 2019) e lo scooter sharing è il servizio che ha recuperato terreno più velocemente, seguito dal bike sharing e, ultimo, dal car sharing.
Tra le soluzioni disponibili, la mobilità individuale ha subito il calo meno importante. L’indicatore del consumo di carburanti utilizzati nel trasporto stradale ha segnato un calo del 17,7% nel 2020 rispetto al 2019.
L’insieme dei servizi di sharing mobility ha sperimentato un calo annuale complessivo delle percorrenze del -30,6%, inferiore ad altri servizi di mobilità,
a dimostrazione del consolidamento di questo strumento di mobilità nelle grandi città. Il calo contenuto trova in parte spiegazione con l’avvento nelle città italiane del nuovo servizio di monopattini in sharing, che hanno mostrato una grande espansione d’offerta in termini di veicoli, operatori e città servite e un forte gradimento da parte degli utenti. Al 31 dicembre 2020 erano presenti in Italia ben 158 servizi di sharing mobility, il triplo del 2015, quando l’Osservatorio ha iniziato le sue rilevazioni.
La domanda di car sharing è quella che ha risentito maggiormente delle restrizioni alla mobilità, ma in maniera differenziata tra servizi free-floating
(-42%) e servizi station-based (-32%). Il calo del car sharing non si spiega con la paura dell’utilizzo di un’auto non sanificata, ma col venir meno di alcuni segmenti di domanda tipici di questo servizio, scomparsi col lockdown e le chiusure. Ecco che la ricerca di altri segmenti di domanda, come per esempio l’uso dell’auto nel week-end, ha fatto crescere del 25% su base annua la durata del noleggio, raggiungendo i 40 minuti medi a noleggio.
Per quanto riguarda il bike sharing, sono 1.300 le biciclette in sharing in più nelle città italiane con la quota delle elettriche che ha oramai superato il 30%. Si conferma la minore vitalità dei servizi di bike sharing a stazioni e che, oltre a perdere qualche posizione in termini di diffusione (chiude il servizio di Mantova e Venezia) sconta anche un lieve calo nel numero di veicoli in flotta rispetto al 2019.
Sulla variazione percentuale negativa dei noleggi (-55%) pesa una generale riconfigurazione del mercato in cui pesa la concorrenza dei monopattini in sharing.
Il terzo servizio di micromobilità, lo scooter sharing è caratterizzato dall’aumento dell’offerta di veicoli e delle iscrizioni (+ 45% e +30%). Inoltre, è il servizio in sharing che perde meno noleggi su base annua (-25%). Il servizio è oramai quasi interamente elettrificato e la sua diffusione coinvolge prevalentemente le grandi città italiane (Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze), dove è comunque molto intenso anche l’uso dello scooter di proprietà.
Il monopattino in condivisione ha cambiato il volto della sharing mobility in Italia. Ormai un veicolo condiviso su 3 è un monopattino. Arrivati in Italia sul finire del 2019, i servizi di monopattino in sharing realizzano numeri senza precedenti nell’anno della pandemia, diventando in 12 mesi il servizio più diffuso in Italia, quello più presente nelle città del Sud, quello con più veicoli operativi sulle strade, nonché quello che realizza il maggior numero di noleggi nel 2020. Nel 2020 sono stati compiuti 7,4 milioni di noleggi in monopattino e percorsi 14,4 milioni di chilometri.