
Una nuova ricerca della Cass Business School, la business school dell’Università di Londra, sostiene che l’Insurtech possa rappresentare per gli assicuratori la via di uscita dalla pandemia.
Questo perché il Covid-19 ha accelerato il processo di digitalizzazione dell’industria assicurativa e ha fatto anche capire alle aziende quanto sia importante avere in organico una figura come il Chief Risk Officer (CRO) che ha la responsabilità attuativa dei programmi di rischio e il compito di fornire una linea di difesa a protezione del valore aziendale. È l’unica funzione che ha il compito di monitorare le performance esclusivamente dalla prospettiva del rischio.
Secondo lo studio le organizzazioni assicurative privilegiano le strategie digitali prescrittive, rivolte all’interno, spesso a scapito di una strategia integrata rivolta verso l’esterno.
La veloce diffusione del virus scivolato in poche settimane a emergenza pandemica ha innescato piani di continuità aziendale in tutto il mondo e ha accelerato un cambiamento globale nelle modalità di lavoro per gli assicuratori.
Con il concetto di “nuova normalità” ancora da definire, la sfida principale del settore assicurativo è rappresentata dalla velocità e dall’utilizzo efficace dei dati.
La ricerca raccomanda ai ri/assicuratori di concentrarsi sulla trasformazione della tradizionale percezione del rischio come “secondo linea di difesa” in un’ottica di “seconda linea di opportunità” identificativa del valore.
Il ruolo del CRO è quindi diventato più importante che mai ed è fondamentale per le imprese avere una figura professionale in grado di affrontare le difficoltà mentre si ricercano nuove opportunità di business. Gli esperti della Cass Business School sostengono che ci dovrebbe essere una maggiore attenzione alla pianificazione considerando uno scenario in cui è possibile un secondo focolaio Covid-19 e tenendo presente la suscettibilità alle future pandemie. Tuttavia, le imprese non dovrebbero perdere di vista altri rischi emergenti, come la criminalità informatica e i cambiamenti climatici, che si stanno evolvendo rapidamente.
In termini più generali molti operatori ritengono che l’Insurtech sia strumento adatto per affrontare i rischi emergenti ignorati dagli assicuratori tradizionali.
Secondo Sabine VanderLinden, amministratore delegato e amministratore delegato di Alchemy, le controversie sugli indennizzi delle coperture di business interruption hanno messo in luce lacune nelle polizze assicurative che l’insurtech potrebbe colmare. “Alcune società di Insurtech che entreranno nel mercato con l’obiettivo di trovare soluzioni ai rischi emergenti inizieranno probabilmente a cercare di coprire questa lacuna, così come dalla cyber security che diventa sempre più decisiva visto che il lavoro a distanza fa salire l’esposizione al rischio”.
Sarah Ruberry, ricercatrice responsabile dello studio, ha detto che “questa ricerca ha implicazioni per lo sviluppo futuro di Insurtech e Fintech. Investire nelle giuste soluzioni “digi-change” può comportare un vantaggio competitivo duraturo. Gli assicuratori che possono quotare facilmente il rischio attraverso l’estrazione e l’analisi di dati efficaci, saranno posizionati meglio sul mercato rispetto ai loro competitor. Un anno fa, l’intero settore assicurativo avrebbe respinto l’idea di ricorrere in maniera massiccia allo smart-working. Il Covid-19 ha creato una opportunità e un cambiamento di paradigma e, allo stesso modo, gli assicuratori dovrebbero rifocalizzare i loro obiettivi di digi-change”.