La direttiva europea PSD2, che ha rivoluzionato il mondo dell’Open banking e dato un’ulteriore accelerata al settore fintech, sta favorendo lo sviluppo di nuovi servizi assicurativi.
IIA - Italian Insurtech Association ha calcolato che oggi in Italia il numero di soggetti “non assicurativi” (telco, banche digitali, utilities, operatori travel, player dell’e-commerce, etc.) che distribuiscono o sono pronti a distribuire polizze digitali superi i 100 soggetti, con un aumento del 30% negli ultimi dodici mesi. Solo 3 anni fa erano meno di 10 e si prevede che entro il 2025 saranno 10 volte tanto. In Europa ne sono stati censiti oltre 1000 che offrono 256 tra servizi finanziari e assicurativi (questi ultimi pesano sul totale dei servizi assicurativi e finanziari per il 41%). “Il futuro delle assicurazioni digitali passa quindi attraverso l’Open Insurance”, afferma l’associazione in una nota.
L’Open Insurance è l’evoluzione della interoperabilità tra l’industria assicurativa e altri settori (non solo banche, quindi) resa possibile dall’Application Programming Interface (API). Come l’Open Banking in principio ha dato alle banche la possibilità di ampliare il portafoglio di servizi offerti e ai service provider l’opportunità di raggiungere una massa critica di utenti, così l’Open Insurance ha dato impulso all’offerta di settori rimasti fin qui estranei ai prodotti assicurativi.
Secondo il report 2021 dell’Osservatorio Open Insurance di IIA - Italian Insurtech Association, negli ultimi anni si sta assistendo a un proliferare dell’offerta di polizze presso industrie tradizionalmente non integrate nella filiera assicurativa: utilities, Telco, i grandi soggetti dell’e-commerce, ma anche le aziende di trasporti e automotive. Sono tanti i possibili distributori che hanno interesse nell’integrare uno o più prodotti assicurativi per soddisfare diverse esigenze:
- Migliorare il livello di servizio erogato, aggiungendo un servizio di protezione o di annullamento, sempre più rilevante nel periodo post-Covid;
- Soddisfare le esigenza legate a nuovi modelli di business emergenti (come nel caso della sharing economy e della mobility e sempre più dell’e-commerce)
- Differenziarsi tramite servizi e valore aggiunto, aggiungendo servizi di protezione danni (come nel caso delle utilities) al fine di dar un’offerta migliore al cliente
- Generare nuovi fatturati, tramite offerte assicurative profilate e contestuali, che rappresentano un importante drive per la monetizzazione di un’ampia base clienti.
Il 78% delle realtà intervistate durante la realizzazione del report dichiara di avere già utilizzato Application Programming Interface (API), per condividere le informazioni e far comunicare i dati, anche se si tratta prevalentemente per il momento di dati contrattuali, anagrafici e di gestione del servizio (es. ritardo minuti di volo, causa annullamento evento, etc.).
La possibilità di aprirsi allo scambio di dati e informazioni è la base per creare una serie di nuovi servizi che vanno a migliorare l’esperienza dell’utente e che possono essere utilizzati sia da compagnie tradizionali che dalle insurtech, e più in generale da un ecosistema variegato, attorno al quale ruotano molti player con una forte componente tecnologica e un’offerta innovativa.
Si registra infatti un buon numero di collaborazioni tra i diversi player, sebbene le partnership siano ancora a un livello di adozione sperimentale e finalizzate per lo più alla distribuzione di prodotti, specialmente in area danni e motor, alla gestione claims ed efficientamento delle operations.
Sebbene l’Open Insurance sia agli inizi, il trend è positivo perché sta spingendo i diversi attori ad abbandonare le operazioni più tradizionali e lavorare a compartimenti stagli per sperimentare invece nuovi prodotti e servizi e aprirsi alla collaborazione con settori collaterali a quello assicurativo, come lo sport, la mobilità e l’energia.
Per esempio, grazie alla condivisione di dati rilevati dai dispositivi intelligenti in ambito domestico, per le compagnie assicurative è possibile creare polizze personalizzate che tengono conto dei rischi specifici di ogni zona della casa o della situazione di ogni abitazione assicurata.
Allo stesso modo grazie alla comunicazione dei dati tra aziende che forniscono i servizi di mobilità come car, bike e scoter sharing e i partner assicurativi sarà possibile creare prodotti ad hoc studiati appositamente per questo nuovo settore della mobilità urbana.