L’operazione da 69 miliardi di dollari annunciata qualche settimana fa non è destinata a modificare solamente i rapporti di forza dell’industria sanitaria americana.
La fusione di Aetna in Cvs, ovvero la terza compagnia di assicurazione sanitaria degli Stati Uniti inglobata dal colosso Cvs che con i suoi oltre 9mila negozi è la più grande catena di “pharmacy” (dove oltre ai medicinali da bancone e alla farmacia ‘con ricetta’ si vendono anche prodotti di bellezza, di cartoleria, bevande ed alimentari) degli Stati Uniti potrebbe anche incidere sui processi decisionali della maggioranza delle grandi e medie imprese statunitensi in merito ai benefit sanitari dei dipendenti.
Almeno questo è quanto emerge da un sondaggio realizzato da Aon Plc che raccogliendo il parere dei responsabili dell’area benefit di 450 tra grandi e medie aziende ha fornito ulteriori informazioni su come i clienti di CvS e Aetna vivono la fusione.
Il 61% degli intervistati, inclusa una percentuale di non clienti di CvS e Aetna sostiene che l’accordo influenzerà il loro processo decisionale sui benefit per la salute, con il 23% che pensa a un’accelerazione del processo di revisione della strategia healthcare e il 38% che afferma di aspettare di vedere l’impatto della transazione prima di rimettere mano al programma di benefit sanitari.
Il 39% non prevede invece alcuna modifica alla propria strategia sanitaria. La survey non ha preso in esame il fattore costi, ovvero quali possano essere le conseguenze economiche dell’accordo sulle prestazioni sanitarie, argomento che potrebbe peraltro avere una certa rilevanza in termini di autorizzazione normativa.