
L’assicurazione sanitaria ha superato il comparto vita in Cina e oggi rappresenta il segmento di business in più rapida crescita, grazie alla spinta dei consumatori facoltosi che ricorrono allo strumento assicurativo per integrare la scarsa copertura pubblica. Il business delle assicurazioni sanitarie sta creando grandi opportunità di crescita per l’intero settore.
Mentre i grandi gruppi locali come Ping An e China Life continuano a dominare il mercato, i principali player stranieri con sede a Hong Kong, come Axa e AIA sperano di trarre vantaggio dalle nuove misure prese per favorire l’apertura del mercato cinese. Tra il 2014 e il 2017, il boom delle vendite di prodotti di investimento “universal life” che contenevano solo elementi nominali di protezione dai rischi, ha alimentato il più ampio accumulo di debito societario in Cina. L’ondata ha trasformato una manciata di società poco conosciute, compresa Anbang Insurance, in gruppi di svariati milioni di dollari e ha provocato un giro di vite da parte delle autorità preoccupate per il rischio finanziario. Le autorità di regolamentazione hanno sollecitato gli assicuratori a concentrarsi nuovamente sui prodotti basati sulla protezione.
I premi raccolti dai prodotti health sono aumentati del 23% nei primi 10 mesi del 2018, a fronte di una crescita del 2% dei premi assicurativi complessivi, secondo il regolatore assicurativo cinese. Un ritmo di crescita che permetterà al comparto salute di raggiungere, a fine esercizio, il record di 78 miliardi di dollari.
Nel 2017 la spesa sanitaria totale cinese era pari al 6,2% del Pil, rispetto al 7,6 % della Corea del Sud e al 10,7% del Giappone.
La composizione della spesa sanitaria fa prevedere anche una significativa domanda di coperture health. Le spese vive, non rimborsate dal governo, dalle compagnie di assicurazioni private, rappresentano quasi un terzo della spesa sanitaria totale cinese, contro solo il 13% in Giappone e l’11% negli Stati Uniti, secondo i dati della Banca Mondiale.