Le famiglie italiane guardano al dopo coronavirus e vedono un futuro incerto e pieno di difficoltà. Secondo il rapporto annuale Confcommercio-Censis che oltre ai dati di consuntivo 2019 analizza l’impatto del Covid-19 sulla fiducia e sui consumi, il 52,8% del campione vede un futuro nero per la propria famiglia, percentuale che sale al 67,5% in riferimento alle prospettive del Paese.
A causa della crisi sanitaria e del conseguente lockdown, il 42,3% delle famiglie ha visto ridursi attività lavorativa e reddito, il 25,8% ha dovuto sospendere del tutto l’attività, il 23,4% è finito in Cig.
Quasi 6 famiglie su 10 nutrono il timore di perdere il posto di lavoro. Tra i principali effetti sui consumi, il 48% ha dovuto rinunciare definitivamente a qualsiasi forma di vacanza (weekend, ponti, Pasqua, vacanze estive) e il 23% all’acquisto di beni durevoli (mobili, elettrodomestici, auto) già programmati. Per le vacanze estive, oltre la metà delle famiglie non ha fatto programmi e il 30% ha già deciso che resterà a casa; solo il 9,4% andrà in vacanza ma con durata e budget ridotti.
Dopo un 2019 chiuso in forte rallentamento, il 2020 è iniziato con un calo tendenziale del Pil del 4,8% nel primo trimestre e con veri e propri crolli ad aprile e maggio stimati, rispettivamente, in un -24% e -16%. Ma ciò che risulta particolarmente grave e preoccupante è che la crisi da Covid-19 si è abbattuta su un’economia già fortemente debilitata: tra il 2007 e il 2019, infatti, ciascun italiano ha perso oltre 21.600 euro di ricchezza
“Il rapporto delinea un Paese in forte difficoltà e mai così preoccupato”, afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. In sintesi: produzione lenta, rischio disoccupazione, crollo della fiducia e dei consumi. Bisogna reagire in maniera più decisa. Subito più liquidità alle imprese, più investimenti a cominciare dallo sblocca cantieri, meno tasse e meno burocrazia. Solo così si può ricostruire l’economia e la fiducia del Paese”.