
Non piove da mesi e la siccità si sta facendo sentire in tutto il Paese. Le condizioni anomale di questo anno caldissimo hanno finora provocato perdite per oltre 2 miliardi a coltivazioni e allevamenti, secondo le ultime stime della Coldiretti.
Circa i 2/3 dei campi coltivati lungo tutta la Penisola sono senz’acqua e per gli agricoltori è sempre più complicato ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni. Anche la produzione di latte che è crollata di circa il 15%, a causa del caldo, mentre secondo la Coldiretti in Lombardia, nei pascoli si registra in media un calo del 20% di erba a disposizione del bestiame. Le perdite provocate dalla siccità in Lombardia ammontano a circa 90 milioni di euro, i due terzi dei quali legate alle coltivazioni di mais e frumento.
In Piemonte a soffrire sono soprattutto le province di Cuneo, Asti e Alessandria dove il forte caldo di questi giorni, oltretutto, sta aggravando la situazione idrica degli alpeggi. La campagna cerealicola sta facendo registrare rese inferiori del 30%, per le coltivazioni foraggiere è andato a compimento solo il primo taglio con danni almeno del 50%.
Forti timori anche per la raccolta di frutta, uva e nocciole. Vivono con il terrore degli incendi, considerata la conformazione del territorio, gli agricoltori della Liguria che risentono della siccità soprattutto per gli oliveti dell’Imperiese soggetti alla cascola dei frutti e nelle zone irrigue di Andora ed Albenga dove soffre anche la coltivazione del pregiato basilico genovese. Dal mese di aprile, la Regione Veneto ha emesso tre ordinanze sullo stato di crisi per siccità allo scopo di contingentare l’acqua. Non va certo meglio nel resto d’Italia, tanto è vero che sono almeno 10 le Regioni che stanno per presentare la richiesta di stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole. La misura prevede, per le aziende, sospensione delle rate dei mutui, blocco dei pagamenti dei contributi e accesso al Fondo per il ristoro danni.