“Il lavoro a Milano” è il report realizzato da Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil che ha analizzato la situazione “lavoro” in Lombardia, tenendo conto del processo di digitalizzazione, sia in termini di retribuzione sia di possibilità di impiego.
La prima cosa che salta all’occhio è il fatto che le competenze digitali garantiscono un vantaggio retributivo mediamente del 2%. Vantaggio che nella fascia degli under 35 può assicurare un +16% che, al netto dell’effetto anzianità, può essere considerato una stima del valore delle competenze digitali molto vicina alla realtà.
Ma quali sono le figure professionali più ambite dall’industry 4.0?
Progettista di prodotto, responsabile di produzione, tecnico di manutenzione, tecnico di assistenza e specialista di logistica: queste le 5 figure professionali che dovranno necessariamente evolversi in chiave digitale per affrontare le nuove sfide dell’industry 4.0.
Tra le oltre 500 aziende coinvolte per la realizzazione del report sono 350 quelle che hanno segnalato la presenza di questi profili tra i loro 80mila dipendenti, per un totale di circa 4.000 lavoratori; 500 di loro risultano in possesso delle competenze digitali richieste dalle nuove tecnologie. Per ciascuno dei 4.000 addetti l’indagine ha rilevato informazioni di natura personale (genere ed età) e professionale (retribuzione, titolo di studio, qualifica e anzianità nella mansione).
Inoltre, il rapporto evidenzia i profondi cambiamenti subiti dal mondo del lavoro negli ultimi dieci anni. Un cambiamento che ha generato, rispetto al 2008, un aumento del numero totale dei lavoratori in Lombardia, +150mila (alimentato soprattutto dalla crescita del lavoro a tempo determinato, con conseguente diminuzione dell’incidenza del tempo indeterminato dall’88,7% del 2017 all’87,4% del 2018), la maggior parte concentrati nei settori del commercio e dei servizi, a scapito di agricoltura e costruzioni.
A beneficiare di questo aumento sono soprattutto le donne: +125mila. Anche perché le tecnologie digitali moltiplicano le opportunità occupazionali del mondo femminile, il cui tasso di occupazione a livello nazionale oggi rimane ancora inferiore al 60%. Per effetto delle nuove tecnologie, cambiano anche le percentuali legate ai titoli di studio: la licenza media non basta più.
Gli occupati senza almeno un diploma si sono infatti ridotti di quasi 250mila unità in 10 anni, a vantaggio dei diplomati (+80mila) ma soprattutto dei laureati (+320mila), ormai più di un milione in Lombardia.
Da un punto di vista demografico, l’invecchiamento della popolazione e, in parte, la riforma delle pensioni portano ad un aumento dell’età media dei lavoratori. Infatti, crescono gli over45, che nel 2018 sono 700mila in più rispetto al 2008, mentre gli under45 si riducono di mezzo milione.