
Il sistema assicurativo italiano esce rafforzato dall’esito dello stress test avviato nello scorso mese di maggio dall’EIOPA (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali), per valutare la tenuta del mercato assicurativo europeo e la resilienza al contesto di rendimenti bassi prolungati e allo scenario di “doppio impatto”.
Il contesto di rendimenti bassi per lungo tempo ipotizza una situazione di radicata stagnazione che spinge al ribasso i rendimenti su tutte le scadenze per un lungo periodo di tempo, mentre lo scenario “doppio impatto” riflette un improvviso aumento nei premi per il rischio combinato a un contesto di rendimenti bassi. La severità degli scenari, ha specificato EIOPA, va oltre i requisiti patrimoniali di Solvency II.
Nel commentare i risultati diffusi ieri, Maria Bianca Farina, presidente dell’ANIA ha spiegato che il quadro emerso dall'indagine dell’EIOPA rappresenta una ulteriore conferma della solidità e dell’affidabilità del settore assicurativo italiano”.
I risultati vedono l’Italia resistere meglio degli altri principali mercati europei allo scenario low for long, ovvero ambiente di tassi bassi per 20 anni, mentre in quello definito double-hit (tassi bassi e shock sistemici) le compagnie italiane appaiono allineate agli altri principali Paesi, che comunque escono bene dallo stress test.
Il mercato assicurativo italiano ha partecipato all’esercizio promosso dall’autorità di vigilanza europea partendo da una situazione di solvibilità estremamente solida.
Per quanto riguarda gli indicatori realtivi alle imprese italiane che hanno partecipato agli stress test (16 compagnie operanti nei rami Vita tradizionali, rappresentanti il 76% del mercato nazionale in termini di relative riserve tecniche), una nota diffusa da IVASS informa che il sistema italiano partiva da una buona base, perché già dal primo gennaio 2016 poteva godere di una capitalizzazione superiore alla media europea, secondo i nuovi requisiti di Solvency. II.
Nello scenario “doppio impatto” l’effetto riduzione dei fondi propri raggiunge dimensioni più importanti; si tratta di uno scenario estremo che prevede il crollo simultaneo del valore dei titoli azionari e obbligazionari italiani ed europei.