
La città italiana più smart è Milano, con Torino e Bologna in seconda e terza posizione. Seguono Modena, Trento, Bergamo, Roma, Firenze, Parma e Brescia a completare la top ten della quarta edizione dello Smart City Index, il report realizzato da EY. Nella precedente edizione era stata Bologna a classificarsi in testa, mentre quest’anno il capoluogo emiliano è scivolato sul terzo gradino del podio.
Il report di EY analizza le 117 città capoluogo italiane, classificando il loro sviluppo in termini di reti e infrastrutture intelligenti e misurando la loro capacità di innovare e offrire servizi di qualità ai propri cittadini. Nel rapporto 2018, che si avvale di oltre 480 diversi indicatori, l’analisi è stata effettuata in base a quattro livelli: infrastrutture di rete, sensoristica, piattaforme dati, applicazioni mobili e web.
Come emerge dal rapporto, le Smart City sono più attrattive e più competitive della media delle città italiane e rappresentano un volano significativo dell’economia del Paese. Già oggi lo sviluppo delle tecnologie IoT (Internet of Things) ha generato un mercato pari a 3,7 miliardi di euro, mentre circa il 40% dei 2,5 milioni di posti di lavoro previsti nei prossimi cinque anni saranno creati proprio nelle città. Di questi oltre 350.000 saranno ad elevata specializzazione, legati ai diversi comparti della Smart City. Anche la nascita di nuove imprese trova nelle principali città l’ambiente più fertile per il loro sviluppo: circa 6.000 start up e 400 tra incubatori e co-working sono collocati in ambienti urbani di medie e grandi dimensioni.
La classifica è dominata dalle città del nord: Milano ottiene 100 punti, Torino 86,2 e Bologna 82,2, mentre i centri urbani del sud appaiono in generale più indietro (Caltanissetta (1,4), Enna (0,4) e Lanusei (0,0) le ultime tre della classifica), ma il vero discrimine appare quello tra le città metropolitane e le altre. Dove si concentrano funzioni, servizi e “smart citizen” che richiedono soluzioni più innovative, è più facile che si sviluppino soluzioni altrettanto “intelligenti”.