
I nativi digitali, ovvero i nati da metà degli anni Novanta in poi, devono possedere skills che non possono essere sostituiti dall’intelligenza artificiale, devono rispettare i valori dei colleghi più esperti ed essere capaci di moderare l’ambizione di ottenere gratificazioni immediate. È quanto sostiene Hays, società di ricerca e selezione del personale, specializzata nel middle e top management, all’interno di un articolo pubblicato sul proprio magazine “Hays Journal”.
“Per la Generazione Z - spiega Monica Bellucca, section manager Hays Response - il luogo di lavoro può essere entusiasmante e frustrante al tempo stesso. I post-millennials, infatti, sono cresciuti durante la crisi del 2008, sotto la minaccia del terrorismo e nel segno dell’incertezza politica. Tutto ciò li ha resi maggiormente consapevoli, autosufficienti e decisi. Sono realisti, innovatori determinati, ambiziosi e sempre connessi. D’altro canto, però, tendono a cercare riscontri e gratificazione immediata, cose non sempre facili da ottenere sul lavoro. Inoltre, consapevoli del fatto che andranno in pensione molto tardi, aspirano a un lavoro che si adatti al loro modo di vivere”.
Per fare carriera anche le generazioni più giovani non possono fare a meno dal possedere alcune caratteristiche fondamentali per i datori di lavoro che, sempre più spesso, cercano profili tecnici e super specializzati, anche alla luce del ruolo preponderante che le nuove tecnologie stanno assumendo all’interno di aziende e organizzazioni.
I giovani si troveranno però ad affrontare maggiori difficoltà rispetto ai loro predecessori: ad esempio, potranno contare su stipendi meno generosi e aumenti salariali più contenuti.
I millennials sono abituati a utilizzare più device contemporaneamente perché ciò è parte integrante del loro modo di vivere. Questo li rende più abili nel multitasking di chiunque altro, ma può farli entrare in conflitto con datori di lavoro o colleghi abituati ad un comportamento più formale.