Nell’ambito dell’inchiesta sulla fusione Unipol-Sai la procura di Torino ha convocato venerdì scorso l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, in qualità di testimone, visto che il pm milanese Luigi Orsi ha ormai archiviato le accuse nei suoi confronti in merito al presunto patto segreto stretto, secondo l’accusa, tra Nagel e Salvatore Ligresti, per garantire alla famiglia dell’imprenditore di Paternò una buonuscita di circa 45 milioni di euro per le quote in Premafin, più una serie di benefit, nell’ambito del piano di salvataggio predisposto da Unipol per Fonsai.
Nagel è stato chiamato a ricostruire i passaggi più importanti delle trattative per la fusione delle due compagnie, un’operazione favorita dai vertici di Mediobanca che vantavano nei confronti delle due compagnie un consistente credito, di cui un miliardo di euro nei confronti della sola Fonsai.
Nel mirino della procura torinese soprattutto la riunione del 28 gennaio 2012 in Consob con i protagonisti. All’incontro, secondo quanto riportato all’epoca dai giornali, parteciparono, oltre a Giuseppe Vegas, presidente di Consob, l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, e il consulente Gerardo Braggiotti. Giuseppe Vegas, in quella circostanza, avrebbe suggerito la via per evitare di dover lanciare l’offerta pubblica di acquisto sulla compagnia assicurativa dei Ligresti.