
La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’accusa di ostacolo all’attività di vigilanza della Consob contestata all’ad di Mediobanca Alberto Nagel e a Salvatore Ligresti in relazione alla vicenda del cosiddetto “papello”.
Sulla richiesta dovrà decidere il gip Roberto Arnaldi. La procura di Milano aveva chiuso lo scorso novembre l’inchiesta sul “papello” con le presunte richieste della famiglia Ligresti per uscire da Premafin e permettere la fusione con Unipol Assicurazioni. Nagel e Salvatore Ligresti erano indagati. Oggi la richiesta di archiviazione.
Il pm di Milano Luigi Orsi ha chiesto di archiviare la posizione dell’ad di Mediobanca Alberto Nagel e dell’immobiliarista Salvatore Ligresti in relazione alla vicenda del cosiddetto “papello”. I due erano accusati dal pm di ostacolo all’attività di vigilanza della Consob. Il filone di indagine a carico dell’a.d. di Piazzetta Cuccia e di Ligresti era nato nell’estate del 2012 nell’ambito della più ampia inchiesta del pm Orsi sul gruppo dell’immobiliarista di Paternò. Al centro dell’inchiesta il presunto patto segreto che sarebbe stato siglato il 17 maggio 2012, nella sede del gruppo Compass, tra Nagel e Salvatore Ligresti. L’intesa era finalizzata, secondo l’accusa, ad assicurare alla famiglia siciliana, responsabile del dissesto del gruppo assicurativo Fonsai, una lauta buonuscita - circa 45 milioni di euro per le quote in Premafin più una serie di benefit per l’ingegnere e i suoi tre figli Paolo, Jonella e Giulia - nell’ambito del piano di salvataggio predisposto da Unipol per Fonsai. Nell’avviso di chiusura delle indagini, il pm Luigi Orsi teorizzava che il «papello» sarebbe stato un accordo segreto tra la famiglia e Mediobanca per aggirare l’intervento del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che il 27 gennaio in un incontro con Nagel, Cimbri, gli avvocati e l’advisor dei Ligresti, Gerardo Braggiotti, aveva posto il veto a eventuali vantaggi al costruttore di Paterno’ nell’ambito del salvataggio di Fonsai.