![](https://asefibrokers.com/sites/default/files/styles/notizie-medium/public/notizie/cyber-crime_2.jpg?itok=AN718Fg-)
Dalla quarta edizione della ricerca internazionale su rischi e opportunità di business di oltre 2.600 PMI in 13 Paesi del mondo, commissionata da Zurich Insurance Group a GfK Eurisko si rileva, a livello globale, come a fare paura alle PMI sia soprattutto l’impatto sui margini dell’alto livello di concorrenza (31%) e la contrazione della domanda (30%).
In decisa crescita, nell’arco di quattro anni, la percezione dei rischi informatici e dei danni reputazionali: quasi triplicato il primo (11% contro 4%) e quasi raddoppiato il secondo (14% contro 8%). Il grado di conoscenza dei rischi da parte delle piccole e medie imprese è decisamente aumentato negli ultimi tre anni: solo il 7% delle aziende non vede alcun rischio per il proprio business, mentre nel 2014 la percentuale era pari al 15%.
Per quanto riguarda il nostro Paese, le PMI italiane sono sempre più consapevoli dei rischi connessi agli attacchi informatici. Nell’arco degli ultimi 4 anni la percezione del rischio legato al cybercrime è cresciuta sensibilmente, passando dallo 0,8% al 10%, mentre il timore di attacchi alle reti informatiche è aumentato dal 3,2% al 14%.
Tenere sotto controllo i sistemi informatici, è dunque diventato un tema strategico per le aziende, tanto più che, con l’adozione del nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati personali (GDPR), arriveranno nuovi e stringenti adempimenti, oltre a significative sanzioni per le aziende che violeranno le prescrizioni, tra cui l’obbligo di rilevare e pubblicizzare il furto d’informazioni entro 72 ore dall’evento, pena sanzioni fino al 4% del fatturato aziendale.
Anche quest’anno le PMI italiane risentono della congiuntura economica. Circa un terzo delle imprese intervistate (35,5%) teme la contrazione della domanda e un alto livello di concorrenza, congiunto agli effetti del calo dei prezzi sulla marginalità (34%). Fra le più grandi opportunità di sviluppo delle PMI si registra, invece, la riduzione dei costi e delle spese aziendali (36,5%); a seguire, il 27,5% delle PMI allarga l’offerta a nuovi segmenti di clientela e a nuovi canali di vendita, come ad esempio il commercio elettronico (14,5%).
Sempre fra le opportunità di business le PMI sono attente alle novità legislative (17,5%) e alle agevolazioni nell’accesso al credito (16,5%). Su quest’ultimo fronte si attendono alcune misure a favore delle PMI nella Legge di Stabilità di quest’anno.
Aumentano le PMI che si preoccupano del benessere dei dipendenti e della sostenibilità dell’azienda nel lungo periodo. Negli ultimi due anni la percentuale è aumentata dal 6,5% al 10%. Anche l’investimento in risorse umane diventa sempre più strategico nelle imprese italiane, crescendo sensibilmente (dal 3,2% nel 2013 al 12% delle PMI intervistate quest’anno). Una buona gestione delle risorse viene infatti percepita come un’opportunità di crescita, in grado di migliorare la competitività dell’azienda nel mercato di riferimento.