
Nel mondo delle aziende siamo alla vigilia di un ricambio del personale, con molti esperti di sicurezza informatica che stanno per tagliare il filo dell’età pensionabile. I Millennials, nome dato alla fascia demografica che comprende i nati tra il 1980 e il 2000, stanno maturando esperienze professionali che li porteranno presto a sostituire i propri genitori al timone di tutti i settori.
Purtroppo entro il 2022 sarà prevista una contrazione di circa 1,8 milioni di posti di lavoro nel settore sella sicurezza informatica, quindi la differenza tra livello di occupazione e afflusso della forza lavoro dei Millenials sarà critica – e ciò potrebbe portare a uno stravolgimento del settore così come lo conosciamo ora.
Secondo Stephen Cobb, ricercatore di sicurezza senior di ESET - azienda dedicata allo sviluppo di soluzioni di sicurezza informatica - esiste un grande gap di competenze nella sicurezza informatica risultato della crescente domanda causata dall’aumento dei crimini informatici, sommata alla mancanza di nuovi professionisti tecnici e allo storico entusiasmo delle precedenti generazioni per conservare e proteggere i sistemi esistenti.
Eppure le statistiche dimostrano che la domanda di professionisti della cyber security sta crescendo 3,5 volte più velocemente rispetto al mercato del lavoro IT e 12 volte più velocemente rispetto al mercato complessivo del lavoro. Inoltre gli ultimi e famosi attacchi informatici come quello di WannaCryptor confermano quanto sia importante la sicurezza dei dati e la formazione di nuovi professionisti del settore.
Secondo uno studio condotto dal Centro per la Sicurezza Informatica e l’Educazione (CCE), il vuoto lasciato dai pensionandi nel campo della sicurezza informatica, verrà colmato da una forza lavoro estremamente più diversificata rispetto a quella attuale, sia dal punto di vista della provenienza che del genere; infatti il 78% dei baby boomer (i nati tra il 1945 e il 1964) attualmente impegnati nel settore è caucasico, mentre per i Millennials questa percentuale scende al 65%.
Secondo lo studio del CCE, i Millennials dimostrano un atteggiamento positivo e sono aperti ai cambiamenti: il 58% dei Millennials sostiene di essere ottimista sulle possibilità di ripresa della propria azienda a un anno di distanza dall’aver subito un attacco informatico (rispetto al 48% dei Boomers) e sono più propensi a cambiare volontariamente tipo di lavoro, non a causa della scarsa soddisfazione del loro impiego ma per ottenere maggiori vantaggi professionali.
Come sarà composto il settore nel futuro ancora non è chiaro. Ma lo studio sostiene che il 37% dei giovani adulti oggi considera più appetibile una carriera nella sicurezza informatica rispetto a un anno fa. E così, seppure sia acclarata l’esistenza di un significativo gap nelle competenze in materia di sicurezza informatica, l’entusiasmo e l’interesse per questo settore in continua crescita sono in deciso aumento.