A seguito delle disposizioni introdotte dalla normativa di recepimento delle indicazioni europee legate al nuovo regime di solvibilità, nota come “Solvency II”, l’attuario diventa sempre più una figura chiave.
La disciplina sta imponendo modifiche organizzative funzionali e di governance di rilievo alle imprese di assicurazioni, con particolare riguardo alla Funzione Attuariale in quanto ha indicato, a livello europeo e italiano, tale funzione come l’unica in grado di valutare le componenti tecniche alla base della misurazione della solvibilità.
Durante il seminario “La Funzione Attuariale” tenutosi ieri a Milano presso la sede del Gruppo Zurich Italia, dove sono intervenuti Giampaolo Crenca, Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari, e Fausto Belliscioni, Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale degli Attuari, si è voluto mappare lo stato dell’arte, sia in ambito organizzativo sia tecnico, della Funzione Attuariale, e identificare le future strategie da intraprendere sulla base dell’analisi dei punti ancora aperti, mettendo a fattor comune le diverse esperienze concrete di operatività degli attuari.
In un contesto di complessità crescente, l’Ordine degli Attuari - afferma Giampaolo Crenca, Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari - è impegnato a evidenziare il ruolo strategico dell’attuario inteso in via generale come risk manager in ambito non solo assicurativo, ma anche finanziario e non. Grazie al percorso di studi svolto e alla formazione continua, l’attuario ha maturato l’approccio mentale e gli strumenti quantitativi in grado di identificare, misurare e gestire i rischi secondo un approccio di terzietà, a garanzia della solvibilità di impresa. La funzione attuariale ne è un’importante quanto significativa applicazione”.
Nell’innovativo sistema di vigilanza prudenziale l’attuario è infatti dotato di tutte gli skills necessari, derivanti non solo dal percorso di studi, ma anche dal fatto di essere iscritto ad un Albo professionale, che ne tutela la qualità delle prestazioni nonché la formazione continua attraverso un percorso obbligatorio di crediti.
L’Ordine degli Attuari sta seguendo con grande attenzione questo passaggio per la professione e ha da tempo analizzato a tutti i livelli il ruolo e i compiti della Funzione Attuariale. Oltre ad aver approfondito l’attività, l’organizzazione, l’indipendenza e l’autonomia di tale funzione, l’Ordine ha già fornito indicazioni relativamente allo svolgimento di tale attività. L’attuario, secondo l’Ordine, non è un mero calcolatore, ma un gestore di rischi attraverso un approccio certamente quantitativo, ma integrato da un sistema qualitativo fatto di progettualità, esperienze, managerialità e idee innovative che lo portano a diventare, sempre più, una parte proattiva della governance delle imprese di assicurazioni.