I disastri naturali e quelli causati dall’uomo sono costati 81,2 miliardi di euro nel 2015, in calo rispetto ai 99,8 miliardi del 2014. Questo almeno è l’ammontare dei danni calcolato da Swiss Re.
Ammontano a 32,7 miliardi di euro le perdite assicurate, di molto inferiori rispetto ai 54,8 miliardi che rappresentano la media degli ultimi dieci anni.
Le due esplosioni di agosto nel porto di Tianjin, nel Nord Est della Cina rappresentano il danno più grave per gli assicuratori che hanno stimato una perdita tra 2,2 e i 3 miliardi di euro. A seguire troviamo le perdite pari a 1,8 miliardi di euro provocati dalle tempeste che nel mesi di febbraio spazzarono gli Stati Uniti.
Le esplosioni di Tianjin hanno acceso i fari sul rischio di accumulare notevole quantità di materiale in grandi hub di trasporto come i porti.
Dei 353 eventi registrati, 198 sono state catastrofi naturali, il più alto numero mai registrato da Swiss Re.
Il report del riassicuratore svizzero aggiorna le prime stime pubblicate nel dicembre scorso che ipotizzavano costi complessivi per 75,1 miliardi di euro.
Circa 70,7 degli 81,3 miliardi di perdite derivano da disastri naturali, a partire dal terremoto del Nepal che ha causato danni valutati in 5,3 miliardi di euro, comprese le perdite registrate in India, Cina e Bangladesh.
Il terremoto, con le circa 9.000 perdite umane, è stato l’evento più cruento del 2015.