
Come annunciato un anno fa, dal 2 luglio Swiss Re non riassicurerà più le imprese con oltre il 30% di esposizione al carbone termico.
Si tratta di un passo importante nella strategia di approccio di Swiss Re alla gestione dei rischi di sostenibilità legati al carbonio e al sostegno alla transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.
La decisione di sviluppare una politica del carbone termico è basata sull’impegno assunto in occasione del “Paris Pledge for Action” del 2015, quando Swiss Re assicurò il suo impegno per limitare il riscaldamento globale.
Il colosso riassicurativo intende in questo modo favorire uno spostamento progressivo e strutturato lontano dai combustibili fossili. Edi Schmid, chief underwriting officer di Swiss Re ha detto che “L’attuazione della politica del carbone rappresenta un importante passo in avanti per garantire che le nostre attività commerciali siano allineate con l'accordo di Parigi e gli sforzi nazionali correlati. Stiamo lavorando con i nostri clienti per trovare le migliori soluzioni che consentano loro di adattarsi a un'economia a basse emissioni di carbonio”.
La politica del carbone termico si applica alle miniere di carbone e alle centrali elettriche esistenti e nuove, ed è applicata a tutte le linee di business. Per contribuire a un ambiente a basse emissioni di carbonio e mitigare attivamente il rischio di attività “bloccate”, già dall’inizio del 2016 Swiss Re ha smesso di investire in società che generano il 30% o più dei loro ricavi dall’estrazione di carbone termico o che utilizzano almeno il 30% carbone termico per la produzione di energia e ha nel frattempo provveduto a cedere le partecipazioni esistenti.