
Per l’industria del risparmio gestito il primo trimestre dell’anno è stato il migliore dal lontano 2000. Secondo le analisi di Assogestioni nel solo mese di marzo sono affluiti nel sistema 18,8 miliardi di euro, facendo lievitare il saldo trimestrale al record di 29,1 miliardi di euro, uno cifra che è circa la metà dei 62,5 miliardi raccolti in tutto il 2013.
Il patrimonio gestito, rappresentato al 45,6% dalle gestioni collettive - ovvero i fondi aperti e chiusi - e al 54,4% da quelle di portafoglio, aggiorna i massimi record, portandosi a 1.390 miliardi circa. Con sottoscrizioni per 7,9 miliardi di euro, gli obbligazionari tornano a superare i flessibili (+4,6 miliardi) quanto a raccolta per la prima volta da maggio 2013. Il bilancio da inizio anno resta comunque favorevole ai prodotti che assegnano ampia delega al gestore, in nero per 12,4 miliardi. Marzo vede il segno più davanti alla categoria degli hedge, prodotti caduti in disgrazia con la crisi finanziaria. Con i tassi ai minimi proseguono i riscatti sui fondi monetari (-296 milioni), unica categoria in rosso nei primi tre mesi per 1,5 miliardi circa. Richiesti, infine, anche azionari (984 milioni) e bilanciati (1,051 miliardi).
Da segnalare la raccolta del gruppo Generali, 7,73 miliardi di euro registrati quasi interamente sui fondi aperti. Eurizon Capital, fabbrica prodotto di Intesa Sanpaolo, vede afflussi per 2,3 miliardi che, con Banca Fideuram, porta il bilancio del gruppo a 2,7 miliardi circa. Raccolta per circa 1,5 miliardi per Pioneer Investments del gruppo Unicredit e di oltre un miliardo per la neoquotata Anima e l’aspirante matricola Poste Italiane. Il successo dei gruppi di asset management tricolore aiuta a catalizzare anche flussi verso i prodotti di diritto italiano che, a marzo, raccolgono 2,6 miliardi a fronte degli 11,8 miliardi di quelli domiciliati all’estero. Nel primo trimestre i primi hanno visto entrare 6,65 miliardi di euro e i secondi poco più di 18 miliardi.