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UnipolTech e PoliMI: a Milano il 40% delle auto sono compatibili con il full electric, e le “Zone 30 km” aumentano le emissioni di monossido

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Mercoledì, 10 Luglio, 2024 - 09:45
Autore: Gillespie

Il Politecnico di Milano ha realizzato uno studio sulla mobilità a Milano in collaborazione con Unipoltech, la società del gruppo Unipol che offre ai clienti UnipolSai soluzioni e servizi innovativi, che è stato presentato durante “The Urban Mobility Council 2024”, il think tank promosso da Unipol.

Sulla base dell’analisi dell'E-Private Mobility Index, che rappresenta la percentuale di veicoli tradizionali con motore endotermico che possono essere sostituiti da veicoli elettrici, lo studio ha rivelato che la percentuale di auto circolanti a Milano compatibili con la transizione al full electric raggiunge il 40%. Percentuale che scende al 20% aggiungendo la condizione di breakeven economico ovvero, la convenienza dell’investimento per il passaggio all’auto elettrica tenendo conto che in Italia 8 anni è la durata media di proprietà di un’auto privata.

Ciò significa che in futuro il parco auto milanese rimarrà prevalentemente termico.

Da qui il PoliMi ha definito un “budget” di emissioni di CO2 ed NOx, compatibile con il tetto chilometrico definito dall'iniziativa Move-In della Regione Lombardia per le auto Euro 4, Euro 5 ed Euro 6, pre e post 2017 sia diesel che benzina. I risultati dell'analisi hanno mostrato che per la riduzione delle emissioni lo stile di guida può essere importante almeno quanto il modello del veicolo. 

Alcune vetture Euro4 diesel, per esempio, raggiungono un budget annuo di ossido di azoto (NOx) di 2250 g dopo soli 1.300 km percorsi. Altre invece riescono a farlo dopo 2.300 km, una quota nettamente superiore. Gli studiosi hanno riscontrato differenti performance anche confrontando vetture identiche. Con un budget di 2.700Kg di CO2, una delle auto in analisi ha percorso 15.900km e l'altra, guidata in modo piu' attento, 18.300 km. Abbassando la quota a 400Kg, i km percorsi variano da 2.300 a 2.00.

Le città che hanno applicato la riduzione dei limiti di velocità urbani a 30 km/h lo hanno fatto con l’obiettivo di rendere le città più vivibili, sicure e meno rumorose. Tuttavia, fino a oggi gli studi scientifici a supporto di tali affermazioni sono scarsi e non hanno avuto a disposizione grandi quantità di dati.

Lo studio di PoliMI e UnipolTech simula la variazione dei tempi di percorrenza, e delle emissioni di inquinanti e gas serra, in vari scenari di riduzione dei limiti di velocità urbani.

La riduzione del limite di velocità nei vari scenari ha mostrato un lieve aumento dei tempi di percorrenza, con un incremento del tempo di viaggio “medio” che va da 2 secondi (in uno scenario di riduzione dei limiti in tutte le strade della zona più centrale del comune di Milano) al massimo di 89 secondi (nello scenario di riduzione dei limiti a tutte le strade non primarie sull’intero territorio cittadino). Tuttavia, l'impatto varia significativamente a seconda della zona e del tipo di strada, con aumenti più marcati durante le ore di punta.

Quanto alle emissioni, in generale la riduzione della velocità a 30 km/h porta a un aumento delle emissioni di monossido di carbonio (CO), anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM), soprattutto nelle ore più trafficate del giorno. Questo aumento è attribuibile principalmente ai parametri di progettazione dei motori termici, che sono progettati per avere la migliore efficienza di consumo intorno ai 70-80 km/h. Nel caso di applicazione del limite di velocità a 30km/h nell’intero territorio del Comune di Milano, le emissioni di CO2 sono previste aumentare del 1.5%, mentre quelle di PM – particolarmente nocivi per la salute umana – del 2.7%.

Tag: 
Inquinamento
Limiti di velocità
Traffico
Politecnico di Milano
Unipol

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