
Nel 2024 le famiglie italiane hanno sostenuto una spesa di circa 138 miliardi di euro per il welfare familiare, cioè per la salute e l’assistenza a persone anziane e con disabilità, con una media di 5.400 euro a nucleo familiare per colmare le lacune dell'intervento pubblico.
Questo dato emerge dal Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà, presentato a Roma presso il Centro Convegni Carlo Azeglio Ciampi della Banca d’Italia.
Nonostante l’Italia sia al secondo posto in Europa per la spesa sociale, destinando circa 620 miliardi di euro (pari al 30% del PIL) a questo settore, la maggior parte di queste risorse va alle pensioni, lasciando meno del 20% alle politiche di welfare. Ciò ha portato alla creazione di un sistema frammentato, con un’offerta di servizi insufficiente e una crescente disparità territoriale tra Nord e Sud, tra città e periferie.
Il rapporto evidenzia anche le inefficienze del welfare territoriale, segnato da scarsa coordinazione tra Stato, Regioni e Comuni, che generano sovrapposizioni e limitano l’efficacia del sistema. La gestione del welfare è spesso più orientata verso i trasferimenti monetari che verso una reale offerta di servizi. Inoltre, circa il 67% di chi ha cercato assistenza ha incontrato difficoltà nell'accesso ai servizi pubblici. La povertà e le disuguaglianze stanno peggiorando: il 5% delle famiglie possiede il 46% della ricchezza, mentre quasi il 10% della popolazione vive in difficoltà economiche. Un quarto delle famiglie con persone disabili è a rischio di povertà ed esclusione sociale.
Per migliorare il sistema, il rapporto propone diverse soluzioni, tra cui la presa in carico delle persone con una valutazione complessiva dei loro bisogni, l’integrazione dei servizi e il monitoraggio della loro qualità, la creazione di centri territoriali per servizi più accessibili ed efficaci, un maggiore coordinamento delle risorse e un aumento degli investimenti in capitale umano. Inoltre, è necessario rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato sociale, superando la logica di mercato. Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, sottolinea che “investire sullo Stato Sociale non è solo un dovere di solidarietà, ma significa costruire una società più coesa e resiliente, capace di garantire una crescita economica stabile”. L’Italia deve affrontare la necessità di un nuovo patto sociale che valorizzi il contributo di tutti per un welfare più equo e sostenibile.