Casa
Nel corso dell'iter parlamentare le associazioni dei consumatori riconosciute ai sensi dell'articolo 137 del Codice del consumo, udite dalla commissione Lavori Pubblici e Ambiente della Camera di Deputati (Adusbef, Assoutenti, Casa del consumatore, Codici e Confconsumatori) hanno presentato richieste di miglioramento seguendo lo spirito della norma di legge di “alleggerire” le famiglie italiane proprietarie di prima casa da una serie di vincoli e distorsioni generate dalla stratificazione normativa succedutasi nel corso degli anni e che ha essenzialmente introdotto il vincolo della doppia conformità in caso di cessione di appartamento anche costruito decenni prima. Una normativa che troppo spesso bloccava o rallentava le vendite delle prime case solo per mere irregolarità formali e senza, in realtà, alcuna modifica costruttiva avvenuta nel corso degli anni.
Arrivano segnali positivi dal mercato dei mutui. Secondo l’osservatorio congiunto Facile.it – Mutui.it, nei primi sei mesi dell’anno le richieste di finanziamenti raccolte online sono cresciute del 15% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Nonostante sia entrata in vigore da poco, la normativa UE sulle case green si fa sentire. Secondo l’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Bilendi, quasi 2,5 milioni di italiani hanno deciso di mettere in vendita la propria abitazione per evitare possibili futuri costi di ristrutturazione.
Le rate dei mutui con tasso variabile sono rincarate tra il 35% e il 119% in meno di due anni. L’aumento del denaro ha messo in difficoltà un gran numero di famiglie nel nostro Paese, che hanno dovuto fare i conti con una contrazione del reddito residuo che in molti casi è attivato al 51%.
Il Covid ha ridisegnato il rapporto delle persone con la propria casa e nonostante la fine delle restrizioni ha permesso a tutti di riprendere le abitudini di una vita tenute in sospeso per un lungo periodo, per un terzo degli italiani il post-pandemia ha segnato un cambiamento definitivo, con molta parte del tempo trascorso in casa.
La BCE ha confermato che i tassi restano invariati, ma quando caleranno gli indici? Per rispondere alla domanda Facile.it ha esaminato i Futures sugli Euribor, che rappresentano le aspettative di mercato, scoprendo che le rate dei mutui variabili italiani potrebbero iniziare già a diminuire dal secondo trimestre 2024 con un calo che, per un finanziamento medio, sarebbe intorno ai 10 euro, per arrivare a quasi 100 euro entro la fine dell’anno e 120 euro entro giugno 2025.
Secondo l’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, nell’ultimo anno circa 5 milioni di italiani hanno subito danni alla propria abitazione causati da maltempo o calamità naturali. Di questi, solo 1 su 3 aveva una polizza assicurativa personale a tutela dell’immobile.
Nel secondo trimestre del 2023 il tasso medio applicato alle famiglie sui nuovi mutui a tasso fisso per l'acquisto di abitazioni è risultato del 4,32%, con minime differenze tra le singole aree territoriali. In particolare, il tasso più elevato si è registrato nel Nord-Est con il 4,40%, seguito dal 4,35% nelle Isole, 4,31% nel Nord-Ovest, 4,30% nel Sud. Il livello più basso si è riscontrato nel Centro con il 4,27%.
Come si comporterà la Bce durante la riunione di giovedì 14 settembre? Due gli scenari più probabili secondo gli esperti di Facile.it e Mutui.it. Da un lato l’ipotesi che la Banca Centrale Europea si prenda una pausa dagli aumenti, che si tradurrebbe in uno stop al rialzo delle rate dei mutui variabili. Dall’altro l’ipotesi di un ulteriore incremento di 25 punti base, che porterebbe la rata di un mutuo medio a tasso variabile a sfiorare i 760 euro, vale a dire il 66% in più rispetto all’inizio del 2022.
L’aumento dei tassi di interesse pesa sulle tasche degli italiani che hanno sottoscritto un mutuo variabile, con incidenza diversa nelle aree del Paese.
Se, come previsto, il 15 giugno la BCE dovesse annunciare un ulteriore rialzo del costo del denaro di 25 punti base, secondo le simulazioni di Facile.it l’aumento dei tassi potrebbe portare a un rincaro della rata dei mutui fino a quasi 275 euro rispetto all’inizio dello scorso anno (+60%). E la corsa dei tassi potrebbe non essere finita visto che, secondo le aspettative di mercato, il picco dell’Euribor verrà raggiunto a settembre prossimo. Per l’analisi il comparatore ha preso in esame un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro con piano di restituzione in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022.
È stata presentata la III edizione dell’Osservatorio “Change Lab, Italia 2030” realizzato da Groupama Assicurazioni che quest’anno ha voluto analizzare il rapporto degli italiani con la propria casa. L’indagine realizzata con il contributo di Doxa evidenzia come gli italiani abbiano voglia di vivere il tempo libero tra le mura domestiche. Inoltre, sottolinea che la casa del futuro dovrà essere sostenibile, green e sicura.
Nel terzo trimestre 2022 sono state registrate 220.995 convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari, -2,7% rispetto al trimestre precedente e -1,0% su base annua.
La classe energetica degli immobili è argomento caldo per il settore immobiliare, soprattutto in questi ultimi mesi, dato che la UE chiede agli stati membri l’adeguamento entro il 2033 degli edifici residenziali, che dovranno essere ristrutturati in modo da risultare almeno in classe energetica D.
Sei italiani su dieci sono molto attenti all’ordine in casa. E di questi, se il 41% ne fa una regola del buon vivere quotidiano, il 24% porta questo impegno a livelli di estrema meticolosità e compie grandi sforzi affinché tutto sia sempre perfetto e organizzato. Lo rileva uno studio dell’Osservatorio Sara Assicurazioni.
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