Greenpeace
A meno di tre settimane dall’assemblea degli azionisti di Generali, in programma il prossimo 29 aprile le associazioni Re:Common e Greenpeace Italia lanciano “Cambiamento climatico assicurato”, un report che analizza il legame di Generali con il business del carbone in Europa.
Greenpeace e Re:Common, insieme alle ong che sostengono la campagna “Unfriend Coal/Insure Our Future”, hanno reso pubblica la lettera inviata agli amministratori delegati delle 30 principali compagnie assicurative del mondo, con cui chiedono di non sostenere più nuovi progetti del settore oil&gas, cioè quelle iniziative che allontanano il raggiungimento degli obiettivi climatici internazionali. Insomma, le assicurazioni devono fare di più: “Mentre i governi pianificano la ripresa dalla crisi causata dalla pandemia, gli assicuratori devono sostenere la transizione verso un futuro sostenibile, equo e resiliente come sottoscrittori e investitori”.
Partecipazione record all’assemblea delle Generali svoltasi ieri a Trieste. Al momento della discussione del primo ordine del giorno, il presidente Gabriele Galateri ha annunciato la presenza del 55,8% del capitale: “A memoria, non ricordo una partecipazione così alta”, ha detto. Il peso del principali soci italiani (Mediobanca, Caltagirone, Del Vecchio e Benetton) è salito al 26,78% dal 23,12% dell’anno scorso.
In concomitanza con il via della CoP 24 di Katowice, la rete Unfriend Coal – che comprende Greenpeace e Re:Common – ha lanciato un report per analizzare il sostegno dell’industria assicurativa al comparto carbonifero.
“Acqua alta in arrivo”, “Cambiamenti climatici in corso”. Sono alcuni dei messaggi con cui i volontari di Greenpeace hanno manifestato in circa 15 città italiane davanti alle agenzie di Assicurazioni Generali.
Alcuni assicuratori europei continuano a favorire settori industriali che accelerano i cambiamenti climatici e che emettono pericolosi inquinanti nell’atmosfera, come ad esempio le principali centrali a carbone in Polonia assicurate con Generali.