Oxfam
Aon, Oxfam (tra le più note confederazioni internazionali di organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale) e Etherisc (startup che si occupa di sviluppare protocolli per la creazione di app di assicurazione decentralizzate) hanno annunciato il lancio di una piattaforma blockchain per permettere agli agricoltori dello Sri Lanka di sottoscrivere polizze assicurative.
Il 5% più ricco degli italiani è titolare da solo dello stesso patrimonio posseduto dal 90% più povero. Su scala mondiale i miliardari sono sempre più ricchi, mentre i poveri di tutto il mondo devono fare i conti con sempre più ristrettezze: 26 ultramiliardari (contro i 43 del 2017) possiedono oggi la stessa ricchezza della metà più indigente della popolazione.
L’82% dell’incremento di ricchezza netta registrato tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato all’1% più ricco della popolazione globale, mentre a 3,7 miliardi di persone che costituiscono la metà più povera del mondo non è arrivato un solo centesimo.
La forbice della ricchezza mondiale non conosce ostacoli e continua ad allargarsi. A una settimana dal meeting annuale di Davos del World Economic Forum, Oxfam (confederazione di 17 Ong che combattono la povertà in più di 100 Paesi) lancia l’allarme: nel 2016 le ricchezze accumulate dall’1% dei super-ricchi del pianeta supereranno quelle possedute dal restante 99% della popolazione globale.
“È ben noto come, nel nostro Paese, emergano significative differenze tra la condizione previdenziale maschile e quella femminile: la prima, quella forse più macroscopica, è costituita dal fatto che, a fronte di una prevalenza numerica delle donne sul totale dei pensionati, mediamente le donne percepiscono importi più bassi. Altrettanto noto è il fatto che la condizione previdenziale delle donne è rivelatrice di percorsi di vita personali e familiari che vedono, generalmente, una presenza più intermittente nel mondo del lavoro; una difficile conciliazione tra mantenimento del lavoro, maternità e cura dei figli; carriere più lente; differenziali retributivi con gli uomini a parità di ruolo. Se questa è la situazione che ci troviamo a fronteggiare, ben vengano occasioni di incontro e di riflessione che consentano, non solo di fare un’analisi dell’esistente, ma anche di elaborare in modo propositivo linee di intervento da condividere con tutti i soggetti coinvolti”.