L’ISTAT ha recentemente pubblicato un volume con i dati degli incidenti stradali a livello regionale, analizzando l’incidentalità nell’arco temporale 2001-2013.
In tale periodo, gli incidenti stradali con danni alla persona sono passati da 263.100 a 181.227, con un calo complessivo del 31,1%; il numero dei morti è diminuito da 7.096 a 3.385 (-52,3%), quello dei feriti da 373.286 a 257.421 (-31,0%).
L’indice di mortalità (il rapporto tra numero delle vittime e numero di incidenti) è diminuito, passando da 2,70 a 1,96 per 100 incidenti.
Per quanto riguarda la tipologia delle strade, nel 2013 il 75,3% degli incidenti è avvenuto su strade urbane, il 5,1% sulle autostrade, il 19,6% sulle altre strade extraurbane (statali, provinciali, comunali extraurbane e regionali).
Le regioni con l’indice di mortalità più elevato nel 2013 sono: Molise, Sardegna, Campania, Calabria, Umbria e Friuli Venezia-Giulia, mentre i livelli più contenuti si sono registrati in Liguria.
Per quanto riguarda l’indice di mortalità sulle strade urbane, si rilevano valori particolarmente elevati in Calabria, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Umbria.
Le regioni meridionali, segnala l’ISTAT, hanno avuto nel corso del tempo una maggiore difficoltà ad allinearsi alla diminuzione della mortalità riscontrata a livello nazionale, con la parziale eccezione di Abruzzo e Sardegna.
Chiude il volume un innovativo approccio di stima, sul piano territoriale, dei costi sociali e delle conseguenze sanitarie degli incidenti stradali.