Secondo Morningstar lo scorso luglio si sono registrati i risultati peggiori dal gennaio 2008 per quanto riguarda il settore private equity, con i fondi europei che nel complesso hanno perso 17,7 miliardi di euro.
Di questi 3,3 miliardi sono stati disinvestiti solo dal mercato britannico, come probabile effetto collaterale del referendum sulla Brexit. Secondo la società di consulenza poi la maggior parte delle liquidazioni ha riguardato fondi attivi, ma non sono mancati i rimborsi di fondi estinti.
Osservando l’andamento degli investimenti negli ultimi mesi si nota una forte inversione di tendenza tra gli ultimi mesi del 2015 e il primo semestre dell’anno in corso. Come mostra il grafico infatti nel periodo compreso tra luglio dello scorso anno e gennaio 2016 si sono registrati notevoli flussi di asset in entrata, pari a un valore di 63 miliardi di euro. Da febbraio a oggi invece si sono verificate solo perdite aggregate per un totale di 58 miliardi.
Gli unici fondi che negli ultimi mesi sono stati in grado di attrarre investitori sono quelli dei mercati emergenti, che solo a luglio hanno assistito a un aumento di asset pari a 5,1 miliardi di euro, il risultato mensile più alto dal gennaio 2013.
Il private equity americano invece ha registrato flussi leggermente positivi, complice la già citata isteria post-Brexit degli asset manager, mentre anche il mercato giapponese ha chiuso con segno negativo tutti gli otto mesi scorsi, assistendo anch’esso a un trend consolidato.