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Nei giorni scorsi il Consiglio Ue ha approvato la riforma che ridurrà gli ostacoli alla libera circolazione dei dati non personali nell’Ue. Le nuove norme, spiega una nota, sono concepite per dare impulso all’economia dei dati e allo sviluppo di tecnologie emergenti, come i sistemi autonomi transfrontalieri e l’intelligenza artificiale.
In particolare, la riforma vieta le restrizioni alla localizzazione dei dati imposte dagli Stati membri per quanto riguarda l’ubicazione geografica della conservazione o del trattamento dei dati non personali, a meno che tali restrizioni siano giustificate da motivi di sicurezza pubblica. Le autorità degli Stati membri continueranno ad avere accesso ai dati anche se ubicati in un altro Paese. L’accesso ai dati può essere necessario, ad esempio, ai fini di un controllo regolamentare o di vigilanza.
Il regolamento incoraggia inoltre l’elaborazione di codici di condotta affinché sia più agevole per gli utenti di servizi di trattamento dati cambiare fornitore o ritrasferire i propri dati verso i propri sistemi informatici.
Il Consiglio Ue ha in questo modo portato a termine la procedura legislativa in prima lettura. Il Parlamento europeo ha votato il 4 ottobre 2018. Il regolamento dovrebbe essere firmato da entrambe le istituzioni durante la sessione plenaria del Parlamento a metà novembre e successivamente pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. Sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri sei mesi dopo la sua pubblicazione.