
Due scosse di assestamento di magnitudo 7,8 e 6,4 gradi della scala Richter hanno colpito la parte settentrionale del Cile la notte scorsa, all’indomani del violento sisma di 8,2 gradi della scala Richter che ha colpito la stessa zona causando 6 morti.
Le autorità hanno ordinato ai residenti di cercare riparo in zone più sicure per timore di un possibile tsunami: oltre 900 mila le persone evacuate lungo i 3 mila chilometri di costa durante l’allarme tsunami, successivamente revocato.
L’allarme rosso continua, perché il Cile è una zona molto critica. Nel 2010, un terremoto di intensità 8.8 scatenò uno tsunami che causò danni in molte città della costa centro-meridionale, distrusse 220 mila case, e uccise più di 500 persone. Inoltre, il più grande terremoto della Terra si è verificato proprio in Cile, nel 1960: una scossa di magnitudo 9.5 che uccise più di 5000 persone. L’attività tellurica attuale è invece iniziata qualche giorno fa: il 16 marzo un terremoto di magnitudo 6.6 spinse le autorità ad evacuare preventivamente circa 100 mila persone.
Secondo le prime analisi del modello catastrofale AIR Worldwide le scosse di martedì e mercoledì scorso causeranno perdite minime per gli assicuratori, poiché l’area interessata dal sisma è in larga parte una zona rurale.