
Per la prima volta in assoluto i cyber risk si collocano in vetta alla classifica dei rischi maggiormente avvertiti dalle aziende di tutto il mondo, secondo l’edizione 2020 dell’Allianz Risk Barometer.
Sono proprio i rischi cyber ad aver totalizzato il 39% delle risposte ottenute da oltre 2.700 esperti di risk management di tutto il mondo. Sette anni fa, il cyber risk era solamente al 15° posto con il 6% delle risposte. La consapevolezza delle minacce cyber è decisamente cresciuta in maniera esponenziale, sull’onda della crescente dipendenza delle aziende dai loro sistemi e oggi arriva a scalzare al vertice la business interruption (37% delle risposte).
Le aziende affrontano un numero crescente di sfide digitali, che comportano violazioni dei dati, l’aumento dei casi di ransomware e compromissione della posta elettronica aziendale (spoofing), nonché la prospettiva di controversie dopo un evento.
A livello globale cresce la percezione dei rischi legati ai cambiamenti legislativi e regolamentari (al terzo posto con il 27%) e ai cambiamenti climatici (al settimo posto con il 17%).
Considerato l’attuale contesto mondiale, sono soprattutto la guerra commerciale Usa-Cina, la Brexit e il riscaldamento globale le maggiori preoccupazioni del momento per le aziende e i diversi Paesi.
In Italia i rischi maggiormente percepiti dalle aziende sono la business interruption che mantiene il primo posto con il 51% delle risposte, seguita dai cyber risk (49%, in crescita rispetto al 38% del 2019), mentre al terzo posto troviamo il danno reputazionale o di immagine (29%), che nell’ultimo anno ha scalato ben due posizioni superando il timore legato alle catastrofi naturali, quarte con il 20%. Oltre a essere il primo rischio a livello globale, quello degli incidenti cyber è fra i primi 3 in molti dei Paesi esaminati; in Austria, Belgio, Francia, India, Sudafrica, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti si colloca proprio al primo posto.
Va considerato che oggi un caso di violazione dei dati di grande dimensione, ovvero che compromette almeno 1 milione di dati, costa mediamente, secondo l’Allianz Risk Barometer, 42 milioni di dollari, +8% rispetto al 2019.