
Negli ultimi anni è sempre più cresciuto il processo di disinvestimento dei capitali nelle fonti fossili, a fronte di una maggiore sensibilità verso le tematiche ambientali, in uno scenario caratterizzato da preoccupanti cambiamenti climatici.
La campagna di addio alle fonti fossili è nata negli Usa nel 2011 e coinvolge oggi diversi attori a livello globale, non solo del mondo assicurativo. Al gruppo si iscrivono anche i Lloyd’s di Londra che seguendo l’esempio di gruppi assicurativi europei e americani, dal 1° aprile 2017 cesserà di investire nelle società che traggono ricavi dal carbone. I parametri precisi per definire le società escluse saranno stabiliti nelle prossime settimane.
I Lloyd’s sono l’ultimo grande investitore a prendere le distanze dai combustibili fossili. Nel mese scorso molti dei principali player assicurativi e altre società finanziarie avevano deciso di sottoscrivere un patto per disinvestire dal carbone: Allianz, Axa, Aviva, BMO Global Asset Management, Church of England, Generali, Legal & General, Munich Re, Natixis, SCOR, Storebrand, Swiss Re, Zurich. Inga Beale, Ceo dei Lloyd’s di Londra, ha dichiarato che “tra le società prese in esame per investire il nostro portafoglio verranno escluse le società coinvolte nell’utilizzo del carbone e altri combustibili fossili. Il settore assicurativo potrebbe anche fare di più per influenzare un comportamento maggiormente responsabile e favorire la transazione verso l’economia sostenibile, scegliendo titoli di società che si muovono già oggi verso un futuro a basse emissioni”.
Negli ultimi 2 anni sono stati già Secondo un report di Unfriend Coal Network, che riunisce una serie di Ong e organizzazioni di tutto il mondo compresa Greenpeace, sostiene che negli ultimi 2 anni gli assicuratori hanno disinvestito 17 miliardi di euro dal settore, vendendo partecipazioni in società di combustibili fossili e rifiutando di assicurare i loro rischi.