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ANRA: gestire il rischio ambientale in 5 mosse

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Mercoledì, 15 Marzo, 2017 - 14:47
Autore: Gillespie

Secondo una recente analisi di Marsh sono in aumento le polizze ambientali sottoscritte dalle imprese europee. Tra le motivazioni del fenomeno, l’implementazione della Environmental Liability Directive (ELD), che allarga la definizione di danno ambientale e impone alle organizzazioni non solo attività di prevenzione, ma anche di ripristino della situazione originaria, nel caso di modificazioni ambientali.

“Allargandosi il campo delle responsabilità, si sono aperte nuove necessità di gestione del rischio e di copertura assicurativa - commenta Alessandro De Felice, Presidente di ANRA - Sulla scia dei cambiamenti normativi, le imprese stanno acquisendo consapevolezza e attenzione nei confronti delle implicazioni di una serie di decisioni in materia ambientale che non erano perseguibili in passato, ma che ora possono comportare conseguenze pesanti.  La scelta più diffusa per trasferire il rischio sembra essere quella di dotarsi di una polizza master con una serie di coperture operanti a livello locale, dal momento che la normativa ambientale presenta significative differenze a seconda dei vari paesi. Si tratta anche per le imprese italiane di maturare una sensibilità, quella per la gestione dei rischi ambientali, che è diventata centrale per la competitività su scala globale come dimostrano casi anche eclatanti che si sono imposti all’attenzione mediatica”.

All’interno del programma di formazione ALP (ANRA Learning Path) ANRA ha stilato 5 regole auree da osservare nella gestione dei rischi ambientali:

  1. sapere identificare le potenziali fonti inquinanti o, più in generale, le criticità ambientali
  2. mappare i processi e le strumentazioni utilizzate in azienda
  3. individuare le modalità di prevenzione e controllo dei rischi
  4. in base ai risultati delle analisi svolte vanno delineati gli scenari di vulnerabilità
  5. ricerca delle soluzioni per minimizzare l’impatto di un eventuale incidente ambientale

“Nei percorsi di formazione che ANRA sta sviluppando - continua Alessandro De Felice - si impone sia la parte relativa alla gestione del rischio di inquinamento ambientale, sia viene dato rilievo agli strumenti di trasferimento dei rischi, che proprio in presenza di eventi legati ai mutamenti climatici e dell’ambiente trova una sua concreta applicazione. Nei nostri corsi ALP, che abbiamo avviato da circa un anno, formiamo professionisti poliedrici, con competenze tecniche, normative, e anche comunicative, per saper coinvolgere nel processo gli altri ruoli aziendali indispensabili alla strutturazione di un framework efficace. In termini generali, va osservato che per svolgere il ruolo di risk manager rimangono fondamentali la formazione tecnica e le conoscenze approfondite dei prodotti disponibili nel panorama assicurativo, oltre ad un continuo aggiornamento sugli aspetti normativi”.

Tag: 
ANRA
Rischi ambientali
Marsh

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