SimCorp (Nasdaq: OMX), provider di soluzioni per l’industria dell’Investment Management con sede a Copenhagen, e la Business School Europea Essec hanno realizzato un Osservatorio sul mercato dell’asset management in Europa. Un sondaggio che coinvolge tutte le principali realtà del settore in Italia, Francia e Spagna e che dopo questa prima fase ha l’obiettivo di comprendere anche altri protagonisti poiché si tratta di uno studio in costante aggiornamento.
Il primo risultato emerso è che ben il 36% delle aziende intervistate è cresciuto nell’ultimo anno grazie a operazioni di acquisizione e integrazione. Un fatto che implica un costante bisogno di consolidamento e automazione dei processi di gestione per operare in modo più appropriato su nuovi strumenti di investimento, fondi o Paesi.
I cambiamenti del mercato e le strategie d’investimento
In un mondo in continua evoluzione anche l’industria dell’asset management è coinvolta in molti cambiamenti che fanno crescere il livello di complessità e di competitività tra i protagonisti. L’andamento dei tassi d’interesse, i regolamenti del mercato (Mifid II, Solvency II e IFRS17, in particolare), il consolidamento dell’industria e un’esigenza di maggiore autonomia nell’accesso ai report da parte dei clienti fanno crescere la tendenza a sviluppare soluzioni digitali sempre più evolute. Le risposte a queste sfide sono una maggiore diversificazione del portafoglio (investimenti alternativi come private equity, fondi immobiliari, ecc. affiancati anche a fondi di nicchia come le commodity) e una selezione di Investimenti socialmente responsabili (SRI). Secondo la ricerca SimCorp-Essec la diversificazione risponde a una logica di riduzione del rischio e della volatilità degli investimenti, mentre la scelta di impieghi SRI, che hanno visto crescere la loro importanza a partire dal 2010, rispondono alla logica che “gli asset manager devono avere un impatto sociale positivo e affermarsi sul mercato come elemento positivo per gli investitori”. Sugli SRI non mancano però dubbi di trasparenza poiché, per il momento, non esiste un criterio univoco di definizione di quali fondi possano considerarsi socialmente responsabili.
Il modello operativo
Ma quali sono, in ottica di Digital Transformation, gli interventi di miglioramento nella gestione che possono essere implementate dalle aziende per dare un impulso positivo alle performance? Lo studio SimCorp-Essec ha individuato quattro aree tematiche:
1) Automazione. Oltre il 70% degli intervistati ha dichiarato di non avere ancora raggiunto il livello ottimale di automazione dei processi. Reportistica e gestione dei dati sono gli ambiti che dovrebbero diventare autonomi, con l’obiettivo di ottenere report personalizzati per ogni cliente nel tempo minore possibile e offrire dati accessibili a tutti i livelli aziendali.
2) Piattaforma. Il 14% degli operatori intervistati gestisce un business globale con diversi front office dislocati in più Paesi e questo può creare difficoltà in termini di reporting. Il 72% utilizza una sola piattaforma, mentre il restante 28% si affida a diversi sistemi operativi. “L’Osservatorio è uno strumento chiave per identificare i migliori processi e modelli operativi a seconda dello stile d’investimento”, ha commentato Thomas Van Cauwelaert, Responsabile Sales&Marketing di SimCorp. “Il nostro best practie package è implementabile in meno di sei mesi”.
3) Gestione dei processi. Le operazioni maggiormente esternalizzate sono le funzioni di back office e le attività a basso valore aggiunto (gestione delle corporate action e il collateral management): ma ben il 57% degli operativi si ritiene “non soddisfatto” dei risultati ottenuti. Il motivo? L’esternalizzazione è considerata una perdita di conoscenza e controllo sull’attività. “È una situazione che sta emergendo soprattutto in Italia e Francia”, ha aggiunto Anne Kemarrec, Responsabile Marketing di SimCorp.
4) Le nuove tecnologie. L’83% delle aziende coinvolte nell’indagine ha dichiarato di avere intrapreso iniziative concrete o che verranno attuate a breve nello sviluppo e utilizzo di nuove tecnologie. Le principali iniziative messe in operato sono l’uso di robot e algoritmi come supporto alle decisioni di investimento (robot advisor) e l’accelerazione della reportistica “self-service” che consente al cliente di gestire in autonomia i report e permette all’azienda di risparmiare tempo e migliorare l’user experience.
Come cambia la figura del gestore
L’innovazione interessa anche l’organizzazione delle aziende del risparmio e la figura stessa del gestore. Se da un lato, infatti, è necessario migliorare la comunicazione tra i diversi dipartimenti (flex office) e soprattutto realizzare una più stretta interazione dal back al front office, dall’altro proprio per gestire in modo corretto la massa dei dati a disposizione in molte realtà stanno facendo il loro ingresso le figure dei Data Scientist (esperti in grado di ricavare insight da enormi quantità di dati, strutturati e non strutturati), dei Chief Digital Officer (con competenze tecnologiche, di organizzazione aziendale e della struttura agile) e dei Chief information security officer (colui che ha il compito di impostare strategie per proteggere gli asset e controllare i rischi informatici). Infine ai nuovi assunti sono richieste competenze sempre più collegate alla gestione del rischio.