
Pronti a cambiare, ma anche legati al contatto personale e disposti a stabilire un rapporto di medio-lungo periodo per servizi successivi all'acquisto della vettura: sono i clienti automotive come emerge dal report di Deloitte “Global Automotive Consumer Study 2024”, i cui principali trend sono stati presentati all'Automotive Dealer Day di Verona, durante il workshop organizzato da Nobis Assicurazioni "Diritti e doveri del dealer. Le nuove sfide nella distribuzione automotive anche alla luce della nuova disciplina normativa".
Illustrando i dati della ricerca Maria De Nobili, direttore divisione automotive di Nobis, ha detto che “nel mercato italiano i consumatori sono più predisposti a cambiare brand rispetto al resto d'Europa ma si è più propensi a stabilire un rapporto diretto con il venditore, percepito come riferimento per i servizi anche sul lungo periodo”.
Il fattore determinante del cambiamento varia da paese a paese, ha spiegato De Nobili: “Principalmente si tratta di desiderio di provare qualcosa di nuovo e nuove tecnologie, ma anche il costo dei veicoli raccoglie importanti riscontri. Resta anche la voglia di una fisicità nel rapporto negoziale: c'è la necessità di una valutazione e una trattativa di persona. Il venditore è riconosciuto come un interlocutore dei servizi e non solo per il momento iniziale dell'acquisto dell'auto. Instaurare una relazione con il cliente, tenendolo al centro dell'attenzione ci permette di affrontare le grandi novità del settore”.
Dalle statistiche si scoprono alcuni aspetti legati tra loro: oltre un italiano su due (il 57%) è preoccupato per l'aumento dei prezzi dell'auto, tanto che oltre un terzo delle persone (tra i 18 e i 34 anni) sarebbe pronto a rinunciare a un'auto di proprietà per esplorare soluzioni di noleggio. Ma soprattutto, ben sette italiani su dieci si dicono intenzionati a cambiare brand di automobile.
Un dato particolarmente alto se confrontato in ambito internazionale: più vicino a quelli di India (78%) e Cina (73%) che non agli altri Paesi europei dove troviamo Spagna e Polonia, primi alle spalle dell'Italia, al 62%, e molto più lontani Francia (50%) e Germania (41%).
Ma se questo segnala una certa tendenza all'infedeltà commerciale, altri criteri mostrano pure un forte legame al rapporto personale con il venditore, con riflessi anche sul mondo assicurativo.
L'83% degli italiani è orientato ad acquistare il prossimo veicolo di persona presso un concessionario di fiducia. Una voglia di contatto umano e reale, legato alla necessità di interagire e negoziare personalmente e stabilire una relazione con il venditore per altri servizi.
Tra questi servizi c'è quello assicurativo: quasi quattro italiani su dieci (39%) si dicono infatti interessati ad acquistare prodotti assicurativi direttamente dal produttore. Una propensione che in altre aree del mondo è ancora più elevata: tocca l'83% in India, il 69% del Sud Est Asiatico, il 69% in Cina e il 52% - primo paese europeo – in Polonia. I potenziali vantaggi che vengono individuati nell'acquisto di una polizza con questa modalità sono il risparmio economico (46%), ma anche la convenienza intesa come facilità e comodità (41%) e il processo di acquisto semplificato e più snello (13%).
“Il tasso di (in)fedeltà – puntualizza Maria De Nobili - ci mostra una dinamica molto forte nel nostro mercato e maggiore mobilità rispetto agli altri Paesi europei. Ma c'è anche una significativa fiducia verso la rete distributiva e il contesto automotive: quattro consumatori su dieci sono pronti a fare l'acquisto "embedded" della polizza, senza rivolgersi al canale degli intermediari assicurativi. Bisogna investire in questa centralità di ruolo".
Un'opportunità importante in termini di mercato attuale (oltre un miliardo di euro di premi a copertura del bene e del credito) di prospettiva: “La tendenza verso la copertura assicurativa è in aumento – conclude De Nobili - il mercato danni è cresciuto quasi dell'8% nel 2023 e il comparto auto è trainante, anche per l'aumento del valore del mezzo acquistato”.