È avvenuto il 7 maggio a Williston, Florida, il primo incidente stradale che ha causato la morte di un uomo alla guida di una vettura con il sistema autopilot azionato. Si trattava di una Tesla Model S, e la vittima era un ex-marine di 40 anni.
La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’ente che si occupa della sicurezza sulle autostrade americane, ha aperto un’indagine per fare chiarezza sull’accaduto, anche se al momento si tratta solamente delle fasi preliminari. Il particolare del fatto che il conducente avesse inserito la guida automatica è infatti emerso soltanto ieri, e la casa automobilistica ha già precisato che si tratta del primo episodio dopo ben 130 milioni di miglia percorse con questa tecnologia.
Il sistema autopilot, di cui il Modello S di Tesla è dotato, è in realtà un sistema di conduzione semiautomatica e al momento permette di automatizzare solamente alcune delle funzionalità di guida. La Tesla dal canto suo ripone grandi aspettative negli sviluppi futuri di questa tecnologia, e in un comunicato ufficiale ha già precisato che questo episodio va contestualizzato rispetto ai numeri che riguardano tutti i veicoli in viaggio sulle strade statunitensi, in cui si registra un morto ogni 94 milioni di miglia (la media mondiale è di 60 milioni).
La principale preoccupazione della NHTSA è adesso quella di capire se questo sistema – che è stato lanciato lo scorso ottobre - possa definirsi sicuro, o se sarà necessario ripensarlo per il bene degli utenti delle strade. Certo è che, se dovessero emergere prove che l’incidente è stato effettivamente causato da un malfunzionamento dell’autopilota, le conseguenze per la compagnia sarebbero pesantissime, sia in termini di danno economico che d’immagine. Già ieri le azioni di Tesla hanno perso il 3% sul mercato finanziario.